Veneto banca, si indaga anche per riciclaggio. Faro Bce sui Panama Papers

Dalle oltre 1.100 pagine del prospetto informativo pubblicato post ok della Consob, emergono nuove indagini di Bankitalia, nuove richieste Bce e circa 100 contestazioni Consob che potranno comportare multe per diversi milioni

È in corso da metà aprile un'ispezione della Banca d'Italia in materia di riciclaggio. È quanto emerge dal prospetto informativo per l'aumento di capitale pubblicato ieri sera dopo l'ok della Consob che ha dichiarato ammissibile la Spa anche alla Borsa. "In data 14 aprile 2016 Banca d'Italia ha avviato una visita ispettiva su Veneto Banca avente ad oggetto la verifica del rispetto della normativa in materia di contrasto del riciclaggio, con particolare riferimento alle componenti bancarie italiane del gruppo". L'ispezione, precisa la banca, è ancora in corso.

Ma non è l'unica faccenda a emergere dalla lettura del Prospetto. C'è anche infatti la vicenda dei 'Panama Papers', lo sterminato elenco di documenti riservati su società offshore dello studio Mossack Fonseca resi pubblici da un consorzio di giornalisti investigativi, tra le righe del documento di Veneto Banca.

Veneto Banca, ok di Consob sul prospetto
La redazione

L'istituto di Montebelluna, emerge dal documento di oltre 1.100 pagine, ha avviato una «prima verifica» per tracciare una «rappresentazione complessiva» della clientela residente a Panama di Bim Suisse, filiale svizzera della controllata Banca Intermobiliare (Bim).

Gli accertamenti, avviati «su espressa richiesta di Bce» nonché del cda e del collegio sindacale, hanno rivelato che nel corso degli anni Bim Suisse ha avuto 261 rapporti di conto riferibili a 202 clienti residenti a Panama con flussi finanziari per 293,8 milioni. "Dall'esame dei dati - si legge nel prospetto - è emersa negli ultimi anni una limitata operatività della clientela residente a Panama rispetto ad una maggiore incidenza riscontrabile in passato".

Su uno dei conti della Bim Suisse, secondo quanto aveva rilevato già L'Espresso in occasione della pubblicazione dei Panama Papers, aveva la delega ad operare Luca Cordero di Montezemolo.

Ad aprile 2016, data della verifica, Bim Suisse aveva 19 rapporti di conto «attivi» riferibili a 18 clienti residenti a Panama di cui 5 collegati «allo studio Fonseca» per un patrimonio complessivo, a fine 2015, di 7,8 milioni di franchi svizzeri. I flussi finanziari riferibili a tali soggetti ammontano a 32,8 milioni, di cui 2,5 milioni con controparte Paesi «a rischio» e 13 milioni il cui flusso di origine e provenienza non è stato rintracciato. Dalle indagini sono emersi inoltre 242 rapporti «estinti» ed intestati a 184 soggetti residenti a Panama, a cui sono riferibili flussi finanziari pari a circa 261 milioni. Di questi circa 14,8 milioni sono riferibili a Paesi presenti nella 'black list' dei paradisi fiscali mentre per altri 45 milioni non è stato possibile stabilire il Paese di provenienza o destinazione dei fondi.

Le verifiche condotte, spiega la banca, «rappresentano una prima informativa in merito alle vicende riportate dai media in tema 'Panama Papers' e pertanto non hanno consentito la quantificazione di un rischio puntuale in materia, che potrà essere determinato solo ad esito di tali verifiche». Veneto Banca non esclude che dagli accertamenti, che interessano tutte le società del gruppo, possano emergere «ulteriori significative posizioni che potrebbero comportare conseguenze negative sulla reputazione» della banca.

C'è poi il capitolo ispezioni. Dalle quelle effettuate dalla Consob e condotte nel 2015 e 2016 in Veneto Banca sono arrivate circa 100 contestazioni che potranno comportare multe per diversi milioni di euro.

Le sanzioni, si legge, «potrebbero avere un impatto negativo significativo in termini reputazionali, come pure sull'attività e sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria» del gruppo. «La Consob - è scritto nel documento -, ad esito delle ispezioni condotte nel corso degli esercizi 2015 e 2016 ha avviato taluni procedimenti sanzionatori» nei confronti della banca e di alcuni suoi esponenti ed ex esponenti e dipendenti ed ex dipendenti.

In particolare, sono state contestate: la violazione del dovere di comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza nella prestazione dei servizi di investimento; la violazione degli obblighi informativi in materia di informazioni privilegiate e operazioni con parti correlate; la violazione delle previsioni relative al contenuto e alla modalità di redazione dei prospetti informativi relativi a strumenti di capitale; la violazione delle previsioni relative al contenuto e alla modalità di redazione dei prospetti informativi relativi a strumenti non di capitale; l'effettuazione di un'attività di raccolta di intenzioni di sottoscrizione in violazione delle applicabili disposizioni.

Quanto ai dettagli tecnici della capitalizzazione per 1 miliardo al via oggi ( 8 giugno) in collocamento con opzione ai soci, dal prospetto emergono costi per più di 60 milioni di euro.

«L'ammontare complessivo delle spese - si legge -, inclusivo delle commissioni previste dall'accordo di garanzia e delle attività di sponsor, è stimato in circa 60,5 milioni». L'offerta è coordinata da Banca Imi, affiancata da Citi, Credit Suisse, Société Generale e Ubs; seguono poi Barclays, Commerzbank, Natixis e UniCredit.

Infine, sulla base del rapporto tra capitalizzazione e patrimonio netto tangibile le azioni di Veneto Banca sono più care di quelle di Mps, Carige, Credito Valtellinese e del Banco Popolare. La capitalizzazione di Veneto Banca, sulla base del prezzo minimo di 0,1 euro ad azione, esprime un multiplo di 0,35 volte il patrimonio netto tangibile. Carige è a 0,19 volte, Mps (0,20), Banco Popolare (0,27) e Credito Valtellinese (0,31).

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