Un anno a Piazza Affari: Ovs raddoppia, Zignago vola

Quotate venete sotto il segno del Toro:l’economia reale rallenta o ristagna, quella borsistica archivia un 2019 da urlo. Bene Ascopiave e Carraro, De’ Longhi e Banca Ifis in retromarcia, H Farm crolla

MILANO. Il 2019 va in archivio con performance positive per la maggior parte delle società del Nordest quotate a Piazza Affari, in linea con la buona intonazione della piazza milanese. Il Ftse Mib (indice che raccoglie i primi 40 titoli per capitalizzazione e liquidità), a dispetto dell’economia italiana in stagnazione, ha messo a segno un rialzodel 29%, quattro punti in più dell’Eurostoxx 50 (l’indice di riferimento dell’Eurozona).

Solo la piccola Borsa di Atene ha fatto meglio nell’area della moneta unica (+49%). La spinta maggiore è arrivata dai titoli finanziari, che hanno beneficiato dell’affievolirsi delle tensioni tra l’Italia e l’Ue dopo il cambio di governo, con il conseguente dimezzamento dello spread rispetto a dodici mesi fa, nonché dei passi in avanti compiuti dai nostri istituti nello smaltimento dei crediti deteriorati.

Il ruggito dele Leone

Azimut ha guadagnato il 122%, Unicredit e Intesa Sanpaolo rispettivamente il 30 e il 21%, mentre Banco Bpm ha limitato il progresso annuo al 6% nel confronto annuo. Molto meglio ha fatto Banca Generali guidata da Gian Maria Mossa, che fatto segnare un balzo del 65%, grazie soprattutto alla spinta della raccolta netta (nuovi afflussi meno riscatti), che ha ripreso a marciare a ritmo sostenuto e dovrebbe far segnare per l’intero 2019 un valore intorno ai 5 miliardi di euro.

La controllante Generali è salita del 29%, sostanzialmente in linea con l’indice principale, mentre Cattolica Assicurazioni è cresciuta di un più modesto 5%, con una parte degli investitori che ha abbandonato il titolo dopo l’uscita dell’ad Alberto Minali a valle di uno scontro con gli altri membri del cda.

Pressoché sui livelli di inizio anno anche Fincantieri: la società guidata da Giuseppe Bono ha continuato a conquistare nuovi mandati di peso, ma il titolo è stato un po’ penalizzato nelle ultime settimane dal supplemento di indagini da parte dell’antitrust europeo in merito all’acquisizione di Chantiers de l’Atlantique.

Il traino di Wall Street

Piazza Affari ha beneficiato anche del traino di Wall Street, reduce dall’ennesimo anno al galoppo (+29% per l’S&P 500) grazie soprattutto alla tenuta dei consumi americani, con l’indice che a più riprese ha toccato nuovi record storici. Tra gli altri titoli, spicca l’ottima performance di Ovs (+98%), premiata dal costante miglioramento dei conti, soprattutto sotto il profilo della generazione di cassa.

Bene anche Ascopiave (+32%), a valle del riposizionamento del perimetro di attività. In debole crescita è risultata invece Geox (+6%) di Mario Moretti Polegato, che fino al terzo trimestre faceva segnare una crescita doppia, mentre decisamente meglio sono andate le cose per Safilo (+62%) e Zignago Vetro (+54%). Buone soddisfazioni sono state ottenute anche da chi ha investito sull’obbligazionario: i titoli di Stato e quelli corporate italiani sono stati tra i migliori grazie al già citato restringimento dello spread, ma l’asset class più in generale ha fatto bene anche all’immissione di liquidità da parte delle banche centrali.

L’incognita dei dazi

Detto di quel che è stato, il nuovo anno si apre all’insegna delle incognite. Perché i mercati hanno già scontato nelle valutazioni il possibile accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina e scommettono su un proseguimento della crescita economica globale. Da AllianceBernstein, uno dei più importanti gestori internazionali, predicano prudenza: «Crediamo che la guerra commerciale sia espressione di due trend secolari, populismo e conflitto geopolitico tra la Cina e l’Occidente, e che dunque non sia risolvibile con un tweet di Donald Trump o con la fine del suo mandato», avvertono. —

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