Saviotti: se Bce chiede l'aumento, la fusione salta

"La fusione non si fa più. Il Banco Popolare è nelle condizioni di proseguire per la sua strada stand alone e Saviotti non va via". Così l'amministratore del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, ha risposto oggi al Messaggero

"La fusione non si fa più. Il Banco Popolare è nelle condizioni di proseguire per la sua strada stand alone e Saviotti non va via". Così l'amministratore del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, ha risposto a una domanda del Messaggero, in edicola oggi, su cosa accadrebbe al progetto di nozze con Bpm se la Bce chiedesse un aumento di capitale.

"Speriamo che una volta per tutte non debba più leggere sui giornali di ipotesi scogli e rischi di aumento", ha aggiunto il banchiere che, in queste ultime settimane, ha ripetuto che un aumento non serve.

Il mercato plaude il no alla Bce. Viaggiano dunque positive le azioni di Banco Popolare e Popolare Milano a Piazza Affari, dopo le dichiarazioni dei manager che hanno escluso aumenti di capitale in vista della fusione.

Bpm sale del 2,5% a 0,6285 euro mentre il Banco Popolare avanza dell'1,67% a 7,31 euro. Sia Giuseppe Castagna che Pier Francesco Saviotti hanno ribadito che non vedono necessità di aumenti di capitale in vista della fusione. In un colloquio con Radiocor Castagna ha detto che "non ci sono nodi" per la fusione con il Banco e che la Bce non ha fatto richieste esplicite sulla dismissione delle sofferenze del gruppo che nascerà. Resta comunque l'attesa per il via libera da Francoforte.
 

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