Rapporto Censis: crescono "MegaCity" in quattro regioni

Oltre al raggruppamento attorno a Roma e Milano, si impone quello delle quattro città venete di Venezia, Padova, Treviso e Vicenza

Roma, 4 dicembre 2015 - La concentrazione di popolazione in forme urbane ha assunto negli ultimi decenni un carattere estensivo e articolato.

Oggi in Italia esistono 4 grandi regioni urbane composte da circa 900 Comuni, con una popolazione complessiva pari a 17 milioni di abitanti.

Lo dice il Censis nel suo rapporto sulla situazione sociale del Paese.

Nelle aree ci sono le prime tre città del Paese (Roma, Milano e Napoli), nonchè la conurbazione delle quattro città venete (Venezia, Padova, Treviso e Vicenza).

Ci sono poi 7 medie regioni urbane, con circa 260 comuni e 8,9 milioni di abitanti. Dove si trovano? Torino, Genova, Bologna, Firenze e Bari.

Poi ancora 7 piccole regioni urbane, con circa 180 comuni e 4,4 milioni di abitanti, tra cui Verona, Palermo e Catania.

Esiste dunque un’armatura urbana di livello superiore che raccoglie poco più di 30 milioni di abitanti e in cui si addensa metà della popolazione italiana (il 49,7%).

La rilevanza di queste regioni urbane è destinata a crescere ulteriormente in futuro.

Le previsioni demografiche elaborate dal Censis stimano che al 2030 queste regioni urbane nel loro insieme vedranno aumentare la popolazione dell’8,6% contro un incremento complessivo della popolazione italiana stimato nell’ordine del 3,4%.

Raccoglieranno quasi 33 milioni di abitanti, con un’incidenza sulla popolazione totale pari al 52,3%.

Per molte delle aree-regioni urbane del Centro-Nord la crescita sarà ben più rilevante: la megaregione lombarda incentrata su Milano crescerà dell’11%, l’area romana del 15%, l’area veronese e quella fiorentina del 16%, l’asta emiliana quasi del 20%.

Milano e Roma rappresentano, in ambiti diversi, i nodi che mettono in rete il Paese con i contesti esterni, come dimostrano due grandi eventi come l’Expo (145 Paesi partecipanti, 21 milioni di visitatori in sei mesi) e il Giubileo (attesi 33 milioni di pellegrini e visitatori nel corso dell’Anno Santo).

Per avere un’idea del livello di polarizzazione dei beni culturali nella capitale, basta pensare che, considerando il numero di visitatori (37,6 milioni nel 2014) dei primi 50 siti culturali a pagamento italiani (musei, aree archeologiche e monumenti a gestione statale, comunale o privata), ben il 44% è localizzato a Roma e dintorni.

Firenze, che si colloca in seconda posizione, assorbe solo il 14% dei visitatori.

Per quanto riguarda le periferie, la politica nazionale di intervento sui quartieri urbani difficili o degradati delle periferie, si è articolata in un corso più che ventennale (oltre 700 le iniziative finanziate): partita con i primi programmi complessi (come i Programmi di recupero urbano e i Programmi di riqualificazione urbana), nati con finalità solitamente limitate alla riqualificazione edilizia e infrastrutturale; passata poi per le esperienze introdotte dalla Commissione europea (i programmi Urban), che puntavano a rafforzare la dimensione integrata dell’intervento; fino ad arrivare al Piano città.

Negli anni 2000 le risorse nazionali sono sostanzialmente venute meno, ma va detto anche che le performance realizzative dei programmi intrapresi nei periodi precedenti sono state spesso deludenti, tranne qualche eccezione.

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