Cantina Zuani del Collio, vocazione esclusiva per i bianchi più blasonati

Uno dei rami della grande famiglia Felluga dal 2001 produce vino nelle colline di Giasbana. Imbottigliati una Ribolla gialla, un Pinot grigio, una Malvasia e un uvaggio

Maurizio Cescon
Patrizia Felluga con i figli Antonio e Caterina Zanon
Patrizia Felluga con i figli Antonio e Caterina Zanon

«Siamo bianchisti al 100%». Caterina Zanon, che con il fratello Antonio e la mamma Patrizia Felluga gestisce la cantina Zuani, sulle colline di Giasbana, a due passi dal confine con la Slovenia, nella famosa Doc Collio, rivendica con un sorriso la scelta aziendale.

Una decisione, quella di imbottigliare solo 4 bianchi, Ribolla gialla, Pinot grigio, Malvasia, Collio e Collio riserva (blend di Friulano, Pinot grigio, Chardonnay e Sauvignon), che ha pagato.

Centomila bottiglie l’anno e il 70% delle vendite all’estero, esclusivamente nel canale Horeca, in particolare negli Stati Uniti, in Nord Europa, Giappone e Australia, ma soprattutto molti premi internazionali in bacheca.

I più prestigiosi quelli di Robert Parker per il Zuani Riserva 2020, di Falstaff per il Pinot grigio Doc Friuli 2023 e di Wine Enthusiast per la Ribolla gialla 2021.

Patrizia Felluga, ramo della storica famiglia di vignaioli che nel tempo hanno colonizzato queste terre, valorizzandole e rendendole note nel mondo, è approdata nella collina Zuani, in Comune di San Floriano del Collio, nel 2001, dopo che la prima parte della sua attività lavorativa l’aveva trascorsa nella cantina del padre, Marco.

«Abbiamo una ventina di ettari di vigneti che circondano la proprietà - racconta Felluga - , è una dimensione giusta per un’azienda familiare. Ci sono anche alberi da frutto e una parte di bosco per tutelare la biodiversità. La filosofia di fare solamente vini bianchi è stata una scelta maturata fin da subito, da quando abbiamo cominciato, con entusiasmo. La cultura dei vini bianchi in Italia è nata quassù e, ancora oggi, il Collio è tra le migliori zone per questa tipologia, che unisce complessità alla tipicità delle nostre terre. Noi crediamo che una denominazione prestigiosa debba puntare con decisione su pochi vini di spiccata identità, di carattere, e su varietà che si esprimono come in una sinfonia il cui direttore d’orchestra è l’uomo».

«I vigneti di Pinot grigio - spiega Antonio Zanon che è un po’ il factotum in cantina - hanno una sessantina di anni, un’età importante ed è proprio per questo che riescono a regalarci una qualità davvero elevata. La media degli altri impianti è di circa 20, 30 anni un po’ dappertutto. Otteniamo dai 60 ai 70 quintali di uva per ettaro, la vendemmia è fatta a mano. Crediamo nella longevità delle nostre bottiglie, puntiamo a vini che possano essere gustati a lungo nel tempo».

I vigneti che circondano la cantina e la dimora Zuani Casa (adibita a ospitalità per turisti da tutto il mondo, pure dall’Australia), sono coltivati in modo rispettoso dell’ambiente, evitando il diserbo e avvalendosi della viticoltura di precisione, che prevede di intervenire con concimazioni e cure solo dove necessario.

Le viti affondano le proprie radici nella ponca, povera ma ricca di minerali, essenziale per dare uve espressive.

La cantina, infine, è un vero e proprio atelier del vino, dove ogni varietà è vinificata separatamente e macerata a freddo prima di fermentare e maturare.

Per la Ribolla gialla, il Pinot grigio e Zuani Vigne viene utilizzato solo l’acciaio, mentre le uve vendemmiate tardivamente, destinate al Collio riserva, vengono vinificate direttamente in piccole botti di rovere francese, con frequenti bâtonnage.

Ne nasce un vino corposo, piacevole e secco, con eccezionali potenzialità di invecchiamento. Esattamente l’obiettivo che hanno in mente Patrizia Felluga e i suoi figli. —

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