Pasta Zara sconfitta in Appello: «Ma il concordato va avanti»

I giudici hanno accolto il ricorso di tre creditori insoddisfatti. Il presidente: «Andiamo in Cassazione, Barilla conferma l’investimento su Muggia»
RIESE PIO X. Pasta Zara, doccia fredda in Corte d’Appello: i giudici hanno accolto il ricorso di alcuni creditori (Sace, Finint, Banco delle Tre Venezie) rigettando la domanda di omologa del concordato preventivo, concesso dal Tribunale di Treviso lo scorso 28 gennaio. Uno stop improvviso al percorso verso il rilancio dell’azienda, un intoppo che apre subito un interrogativo: Barilla aveva siglato l’acquisizione dello stabilimento di Muggia, parte integrante del progetto di rilancio, solo in caso di omologa del concordato.
 
E adesso? I tempi della giustizia vengono in soccorso di Pasta Zara: l’azienda trevigiana presenterà ricorso in Cassazione congelando, di fatto, la decisione della Corte d’Appello, e potrà quindi andare avanti con il piano di concordato. Secondo i vertici di Pasta Zara non c’è alcun rischio che Barilla venga meno agli accordi presi. 
 
La tesi dei tre creditori ricorrenti è che Pasta Zara avesse trasmesso informazioni carenti al momento di votare la proposta di concordato, accettata dal 70 per cento dei creditori. Le obiezioni dei ricorrenti, quindi, hanno convinto i giudici veneziani, che hanno deciso di riformare il decreto pronunciato dal Tribunale di Treviso.
 
«Tutto da rifare? Nemmeno per sogno, è solo un intoppo burocratico che per i tempi di una vertenza giudiziaria in Italia è assolutamente normale» risponde Furio Bragagnolo, presidente di Pasta Zara. «La nostra azienda rimane in concordato, il piano va avanti, Barilla ha confermato tutti i suoi investimenti. Mentre l’omologa al concordato prosegue per la sua strada, la decisione della Corte d’Appello di Venezia non è esecutiva in quanto ricorreremo in Corte di Cassazione. La vendita del ramo d’azienda di Muggia non è in discussione, e confermiamo anche le assunzioni previste».
 
Invariato, quindi, il piano di ristoro dei creditori, pari a circa 165 milioni di euro a fronte di un debito di oltre 295 milioni. Circa 118 milioni arriveranno dalla vendita di Muggia a Barilla, che sarà perfezionata il primo ottobre di quest’anno. Altri 25 milioni sono ricavati da un finanziamento giunto dalla Sga. E infine, altri 26,7 milioni di euro sono attesi dai flussi di cassa da oggi al 2024 dello stabilimento di Rovato (Brescia). Sulla vicenda i sindacati tengono gli occhi aperti: «Il ricorso in Cassazione congelerà la situazione almeno per qualche tempo» commenta Michele Gervasutti, Uil Treviso, «continueremo a monitorare la situazione, ma al momento tutti gli investimenti sono confermati». —
a.d.p

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