Parte la grande doc del Pinot Grigio delle Venezie

Ormai ci siamo. Martedì prossimo, 30 agosto, alla Fiera di Verona, si terrà l’audizione pubblica, convocata dal ministero delle Politiche agricole, per la costituzione e il riconoscimento della nuova Doc delle Venezie per il Pinot grigio. Una maxi Doc che vede interessate tre regioni, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, estesa su circa 20 mila ettari (5 mila dei quali in regione, altri 3 mila a Trento e il resto in Veneto) e che vede la luce dopo la raccolta di 2 mila firme tra i viticoltori.
Diventerà una delle più grandi denominazioni di origine controllata del vino in Italia, seconda solo al Prosecco, e in grado di competere a livello internazionale, in particolare negli Usa, dove è indispensabile la qualità coniugata a un prezzo congruo. Ma all’orizzonte c’è qualche nube minacciosa. E riguarda la tutela dei vitigni autoctoni friulani, in particolare la Ribolla gialla.
Tra i produttori c’è chi teme che, con la cancellazione di tutte le vecchie Igt (Indicazione geografica tipica) compresa quella della Venezia Giulia, e la creazione di una Igt Trevenezie, i “colleghi” veneti possano imbottigliare (e quindi vendere) Ribolla gialla sotto questa Igt “Trevenezie”, di fatto “scippando”, o comunque facendo concorrenza, alle preziose bollicine made in Friuli. Un tema non secondario nel variegato firmamento del vino, perchè la Ribolla gialla, di fatto, nei mercati più ambiti (Stati Uniti, Germania, Regno Unito), sta diventando una sorta di “top di gamma” al traino del Prosecco.
Una specie di spumante nobile del Nordest, che può sfruttare la scia favorevole del Prosecco, imporsi e garantire lauti guadagni ai produttori. La Regione Friuli Venezia Giulia si è impegnata parecchio nel potenziamento della Ribolla, dedicando praticamente tutta l’ultima edizione del Vinitaly proprio alla promozione del vino, in particolare nella sua versione “frizzante”. Ma i veneti, che sanno fiutare gli affari, non hanno fatto mistero di voler entrare in questo business.
Ecco dunque, in prospettiva, una possibile “guerra” senza esclusione di colpi. Ma non è detto che, in fase di trattativa, le cose si possano mettere a posto, garantendo ai friulani la “titolarità” della Ribolla. Intanto si tirano le fila per il via libera alla Doc delle Venezie del Pinot grigio. Un traguardo storico, anche questo costellato nel recente passato da polemiche e malumori, in particolare di Trentino e Fvg, ma fortemente voluto dal Veneto. Sembrava tutto fatto già un anno e mezzo fa, alla vigilia del Vinitaly 2015. Poi la brusca frenata di alcuni produttori friulani e trentini (ognuno aveva costituito il suo Comitato di contrari) ha di fatto allungato i tempi, fino a oggi. Per etichettare il Pinot con la nuova denominazione bisognerà attendere comunque la vendemmia 2017, visto che proprio ieri è cominciata la raccolta delle uve Pinot grigio e Chardonnay in Veneto. La nuova grande Doc consentirà di elevare la qualità complessiva del vino, che va per la maggiore negli Stati Uniti, e di conseguenza di evitare un crollo dei prezzi stimato nel 20 per cento. Soddisfatto per la conclusione dell’iter burocratico, il presidente di Fedagri Confcooperative Fvg Giorgio Giacomello. «Il 95% dei produttori regionali è contento - spiega -, le riserve venivano solo dal restante 5%.
La Doc del Pinot grigio è indispensabile per mantenere il valore del vino e aumentare la qualità, serve al territorio e alla nostra economia. Si tratta di un vino che va nel mercato mondiale, non facciamoci del male da soli, dire no sarebbe un vero e proprio suicidio. La Ribolla gialla? E’ inserita nella Doc unica del Friuli Venezia Giulia approvata di recente, quindi ha già una sua specifica salvaguardia. Il Veneto a questo punto non potrà copiarcela»
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