Multinazionali in fuga e ripresa. «Un nuovo fondo da 75 milioni»
La Sgr di Veneto Sviluppo rileva da Hitachi Abb la vicentina Comem e raccoglie altri capitali

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VENEZIA.
«Non è un punto di arrivo, ma uno spartiacque che indica dove vogliamo andare». Gianmarco Russo, direttore generale della finanziaria regionale Veneto Sviluppo, ha appena chiuso un dossier che delinea all’orizzonte il ruolo che la società per azioni controllata dalla Regione vuole recitare nella difficile rincorsa del post pandemia. Nelle stesse ore in cui esplode il caso Pal Zileri, con la chiusura dello stabilimento di Quinto Vicentino, Fvs Sgr (società controllata da Veneto Sviluppo) annuncia l’acquisto in partnership con l’operatore industriale Faxolif Industries del 100% della società vicentina Comem da Abb Power Grids Italy, ovvero dal gruppo multinazionale Hitachi Abb Power Grids.
Il riposizionamento
«Per la prima volta» spiega l’operazione Russo «Veneto Sviluppo si è seduta al tavolo con una multinazionale condividendo un percorso che ha portato un’eccellenza, nata in Veneto e poi passata a un gruppo internazionale, a consolidare le proprie radici in regione e in particolare a Montebello Vicentino». E a fronte di un periodo che potrebbe essere caratterizzato «da un riposizionamento della presenza degli investitori stranieri in Veneto» dice tra la strategia e la cronaca Russo «la finanziaria regionale e la Sgr vogliono farsi trovare pronte». Così, se da un lato è del tutto evidente che il dossier dello stabilimento produttivo Forall che Mayhoola (l’investment company del Qatar che controlla Pal Zileri) vuole dismettere planerà presto sul tavolo della finanziaria regionale, dall’altro Veneto Sviluppo sta mettendo fieno in cascina. «Con l’operazione Comem si va verso la chiusura dell’operatività del primo Fondo sviluppo Pmi, da 50 milioni di euro, gestito da Fvs Sgr» aggiunge Russo. «Siamo, però, già in fase di raccolta con il secondo Fondo sviluppo Pmi e l’obiettivo è di arrivare minimo a 75 milioni di euro coinvolgendo una platea di una ventina di investitori. Questo potrà aumentare la portata dei nostri interventi (fino a 5-12 milioni di euro, ndr) e l’obiettivo è di essere operativi per febbraio-marzo del prossimo anno». Quando ci sarà da spingere la rincorsa del Nordest verso un’auspicata veloce ripresa contenendo, allo stesso tempo, l’impatto sul fronte occupazionale. «Sostenere il reshoring? Non c’è una strategia già formulata su questo, ma ci stiamo ragionando. Sui tre pilastri dello sviluppo sostenibile – Esg, ambientale, sociale e governance – noi ci siamo e i livelli occupazionali diretti e la localizzazione della filiera sono elementi che orientano le nostre valutazioni».
La trattativa e la svolta
Aspetti, questi ultimi, risultati determinanti anche nell’operazione Comem che ha avuto una “gestazione” di nove mesi. Attraverso un investimento per complessivi 15 milioni di euro da parte dei tre soggetti coinvolti «abbiamo riportato in Italia la proprietà e le radici di questa importate realtà industriale veneta, con una significativa ricaduta economica sul tessuto industriale del Veneto e del Nordest». Comem, fondata nel 1962 a Montebello Vicentino, si è affermata nel corso degli anni quale leader a livello globale nei componenti per trasformatori elettrici e dispositivi di sicurezza sviluppando una nuova linea di prodotti altamente tecnologici. Ovvero in grado di controllare e far funzionare la produzione e distribuzione di energia in modo intelligente. Oggi impiega 110 addetti (tutti confermati) ed esporta il 90% dei propri ricavi, pari a circa 25 milioni di euro. «Quasi il 90% dei materiali utilizzati per la produzione dei prodotti Comem è acquistato in Italia con una incidenza dei fornitori veneti superiore al 50% degli approvvigionamenti totali».
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