Manager più pagati: Khan batte Marchionne

E' l'ex ad Luxottica con 13,5 milioni, il manager più pagato di Piazza Affari nel 2015. Nella lista Leonardo Del Vecchio, Polegato, Saviotti, Delgado, Carraro. Ecco tutti i compensi nella classifica stilata da MF

E’ Adil Mehboob-Khan, ex amministratore delegato di Luxottica che ha lasciato la società a gennaio scorso, il manager più pagato di Piazza Affari nel 2015. Con un compenso totale di 13,5 milioni di euro (cui si deve aggiungere la super liquidazione di circa 7 milioni), supera anche Sergio Marchionne, che ha registrato un compenso pari a 12,7 milioni, sommando però due cariche: ad del gruppo Fca e la presidenza di Cnh Industrial. A stilare la classifica dei compensi dei manager di società quotate, confrontate con gli utili e il rendimento azionario in Borsa, è stato il settimanale Milano Finanza.


Restando sempre ad Agordo (Belluno) il fondatore e presidente Leonardo del Vecchio ha ricevuto nel 2015 una remunerazione totale di 1,15 milioni (1,285 nel 2014), mentre all'altro ad Massimo Vian sono andati 2,5 milioni (1,068 milioni nel 2014), più compensi in azioni. Luxottica  ha chiuso il 2015 con un fatturato consolidato pari a 9,01 miliardi di euro, in crescita del 17% rispetto al 2014.


Se diamo uno sguardo ai dirigenti delle altre società venete quotate, il più pagato risulta essere Pier Francesco Saviotti. L’amministratore delegato del Banco Popolare, prossimo alla fusione con Banca popolare di Milano, ha incassato un compenso di 1,92 milioni (in crescita del 12,8% sul 2014). L’istituto da lui guidato nel 2015 ha realizzato un utile di 430 milioni e una crescita in borsa di oltre il 27%. Rimanendo a Verona il consigliere e condirettore generale dell’istituto Domenico De Angelis ha incassato 879mila euro (+3,21%), mentre il consigliere e direttore generale Maurizio Faroni 873mila (+5,11%).


I profitti di Geox nel 2015 sono stati pari a 10 milioni e il compenso del numero uno Mario Moretti Polegato è stato di 1,8 milioni (come nel 2014), mentre quello dell’ad Giorgio Presca è stato ridotto a 1,45 milioni (-14,6%). La società in Borsa ha registrato una crescita di valore del 51%. Per l’altra trevigiana De’Longhi, che nel 2015 ha chiuso il bilancio con un utile che sfiora i 150 milioni e un performance a Piazza Affari di oltre l’84%, il presidente Giuseppe De’ Longhi ha incassato 1,6 milioni (+38,5%), mentre il vicepresidente e ad Fabio De’ Longhi 1,43 milioni (-14,61%).


La banca veneziana Ifis, utile di 162 milioni (+69%) e crescita record in Borsa (+110%), ha versato all’ad Giovanni Bossi (1,3 milioni, come nel 2014) e al presidente Egon Furstenberg 700mila euro (-15%).
La padovana Carraro è in classifica con il vicepresidente Tomaso Carraro (compensi per un milione) e il presidente Enrico (900mila euro). La società ha chiuso il 2015 con una perdita che sfiora i 9 milioni e un +1,37% in Borsa. In rosso anche il 2015 di Safilo: l’ad Luisa Delgado ha ricevuto compensi per 1,13 milioni, in calo del 25% sul 2014. La società ha registrato perdite 52,7 milioni e sul listino milanese (-0,65%).


Se guardiamo a Milano, il banchiere di Tombolo (Padova) Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, ha ricevuto compensi per 800mila euro. Più soldi per il figlio Massimo, ad della banca, con 990mila euro. Banca Mediolanum ha segnato utili per 438 milioni (+36% sul 2014) e una crescita in Borsa del 38%.
 

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