Liti tributarie, è boom in Veneto con lo stop Covid: maglia nera a Venezia
A livello veneto sono pendenti quasi 5 mila ricorsi, al primo posto troviamo la provincia di Venezia con 1628, seguita da Padova 1209, Verona, 679, Treviso 582, Vicenza 577, Rovigo 215 e Belluno con 85
VENEZIA. Boom delle controversie tributarie anche a causa del blocco delle udienze a causa della pandemia. Gli ultimi dati disponibili riguardano il primo trimestre del 2020, un periodo nel quale le pendenze sono cresciute del 19,23% più della media regionale che si attesta al 9,22%.
Si tratta perlopiù di ricorsi che i cittadini inoltrano alla Commissione tributaria provinciale (si trova in via Tommaseo 68 a fianco dell’ufficio postale) dopo un accertamento fiscale dell’Agenzia delle Entrate. Il caso tipo è la contestazione di un reddito superiore a quello dichiarato visto il tenore di vita, la strada che resta per cercare di far valere le proprie ragioni è quella di ricorrere alla Commissione tributaria.
Seguono le frodi Iva, i ricorsi contro i comuni e l’agenzia delle Dogane. Ad un accertamento dell’Agenzia delle Entrate, che si tratti di un’azienda o di un cittadino ci si può comportare in due modi: o si trova un accordo bonario e quindi si paga, magari rateizzando il dovuto o se si ritiene di aver subito un’ingiustizia si ricorre alla Commissione Tributaria. Le aziende ricorrono principalmente per non aver rispettato gli Studi di settore.
Cause pendenti in crescita a 1.209
Le cause pendenti al 31 marzo scorso erano 1209 per un valore di oltre 170 milioni d euro. Al 31 dicembre del 2019 erano 1014. Nei primi tre mesi dell’anno ne sono arrivate 308 di nuove e ne sono state definite 113 di vecchie. Quindi ce ne sono 195 in più.
A livello veneto sono pendenti quasi 5 mila ricorsi, al primo posto troviamo la provincia di Venezia con 1628, seguita da Padova 1209, Verona, 679, Treviso 582, Vicenza 577, Rovigo 215 e Belluno con 85. In secondo grado, alla Commissione tributaria regionale sono da definire 3107 cause, erano 2838 nel trimestre precedente (più 9,48%). Nella presentazione degli appelli quelli presentati dal contribuente superano di poco quelli presentati dagli uffici.
Valore medio
Il valore medio regionale delle controversie è di 161 mila euro (il più alto del Nordest). Il presidente della commissione padovana è il giudice Alessandro Apostoli Cappello che è subentrato a Mario Fabiani, ma in attesa del concorso ancora in fase di definizione è facente funzioni.
Dal 2014 anche nel Padovano i ricorsi sono in calo. L’effetto delle rottamazioni delle cartelle esattoriali, che prima avevano portato una crescita e ora il loro effetto si sta esaurendo. Per ricorrere ci si deve avvalere di un commercialista sia in Commissione provinciale che regionale, una sorta di avvocato tributario. In Cassazione ci si deve avvalere di un avvocato patrocinante.
Le Commissioni che giudicano sono formate da un magistrato togato di varia estrazione, da un vice e da 4 giudici che possono essere ex ufficiali della Finanza, professionisti del settore, come commercialisti e notai e, solo per la provinciale, anche laureati da almeno due anni in Economia o Giurisprudenza.
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