Vendite su Mediobanca da Lucchini e Gavio

Il patto a Piazzetta Cuccia ora è sotto l’8%. L’assemblea è stata rinviata, mentre gli azionisti si mostrano sempre meno inclini a vincolarsi a lungo termine

La redazione
La sede di Mediobanca in Piazzetta Cuccia a Milano
La sede di Mediobanca in Piazzetta Cuccia a Milano

Le uscite dal patto di consultazione di Mediobanca stanno prendendo un ritmo costante, segnando un momento delicato per la governance di Piazzetta Cuccia.

I soci storici, che per decenni hanno rappresentato l’ossatura dell’accordo, sembrano ora orientati verso un disimpegno graduale ma significativo, complici le tensioni strategiche e le incertezze legate all’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Monte dei Paschi.

Le ultime mosse arrivano dalla famiglia Lucchini, presente nel capitale di Mediobanca fin dal 1987.

Attraverso le holding Sinpar e Gilpar, il gruppo ha venduto un totale di oltre 320.000 azioni in pochi giorni, con prezzi attorno ai 18,40 euro per titolo.

Parallelamente, anche il gruppo Gavio ha continuato il proprio disimpegno, vendendo ulteriori 50.000 azioni dopo aver già ceduto mezzo milione di titoli a inizio luglio.

Tra le operazioni più recenti figurano vendite effettuate direttamente da Beniamino e Marcello Gavio, nonché dalla holding Aurelia, che ha liquidato 150.000 opzioni put.

Questi movimenti seguono l’uscita di scena del gruppo Mediolanum, che nei primi giorni di luglio ha venduto l’intera partecipazione del 3,5%, sancendo di fatto la sua uscita dal patto e da Piazzetta Cuccia dopo un quarto di secolo.

La somma delle dismissioni ha portato la quota complessiva degli aderenti al patto di consultazione al di sotto dell’8%, contro l’11,7% registrato solo pochi mesi fa. Una flessione che, oltre al dato numerico, riflette un cambiamento sostanziale nei rapporti di forza e nella visione strategica dei soci.

Il contesto non aiuta. L’assemblea è stata rinviata, mentre gli azionisti si mostrano sempre meno inclini a vincolarsi a lungo termine, preferendo monetizzare un titolo che negli ultimi sei mesi ha guadagnato quasi il 24%.

In questo clima di riorientamento, l’uscita dal patto appare anche come una strategia per evitare di prendere posizione netta nel confronto, sempre più teso, tra Mediobanca e Monte dei Paschi.

Intanto, prosegue con cautela la campagna di Mps, che si concluderà l’8 settembre. Il Ceo Luigi Lovaglio è impegnato in un tour all’estero per una serie di incontri con investitori internazionali. —

Riproduzione riservata © il Nord Est