La triestina Aindo prima specialista nei dati sintetici

Tre giovani specialisti di Ai anno ideato e brevettato una tecnologia che consente di conciliare l’innovazione dell’Intelligenza artificiale con la tutela della privacy
Giulia Basso

Hanno ideato e di recente brevettato una tecnologia che consente di conciliare l’innovazione dell’Intelligenza artificiale con la tutela della privacy. Perché i dati sono essenziali per addestrare l’Ai nei settori più disparati, ma sono anche soggetti alle varie leggi che proteggono la riservatezza dei cittadini, dal Gdpr, il regolamento europeo sui dati personali, ai suoi analoghi in altre parti del mondo.

Da qui l’intuizione che, nel 2018, ha portato tre giovani specialisti di Intelligenza artificiale - Daniele Panfilo, Sebastiano Saccani e Borut Svara - alla fondazione di Aindo, startup nata all’interno della Sissa, la Scuola internazionale di studi superiori avanzati di Trieste: perché non sviluppare una piattaforma di Ai per la generazione di dati sintetici? Set di dati creati a tavolino, che non esistono ma che imitano in modo accuratissimo quelli reali. Anzi, li possono pure migliorare. Così si possono bypassare i problemi legati all’utilizzo di dati reali, che, soprattutto in alcuni ambiti, non possono essere scambiati né aggregati. «Prendiamo per esempio dei database con le informazioni sanitarie dei pazienti: potrebbero essere utilissimi per addestrare sistemi di intelligenza artificiale, funzionali a nuove conoscenze diagnostiche, a scoperte sull'efficacia di trattamenti specifici e all'identificazione di fattori di rischio – sottolinea Daniele Panfilo, co-fondatore e Ceo di Aindo –. Ma per il Gdpr i dati dei pazienti sono informazioni riservate. E l’anonimizzazione non è una via di fuga così efficace, perché è lenta, faticosa e non sempre permette di ricampionare le informazioni per supplire a carenze nella raccolta dati».

Daniele Panfilo, co-fondatore e ceo di Aindo
Daniele Panfilo, co-fondatore e ceo di Aindo

La piattaforma ideata da Aindo, invece, permette alle organizzazioni di valorizzare i propri dati, scambiarli e analizzarli in modo sicuro e libero, e sopperire all’eventuale mancanza di informazioni attraverso la data augmentation, un insieme di tecniche che ampliano il dataset a disposizione senza effettivamente raccogliere nuovi elementi. I dati “falsi” vengono creati da dati originali attraverso dei modelli di machine learning, che mantengono inalterato il contenuto statistico e la struttura relazionale del database. Con questi dati sintetici si possono addestrare sistemi di Ai nei settori più diversi, dalla diagnostica clinica alla previsione del rischio in ambito assicurativo, fino alla messa a punto di nuove soluzioni per l’industria.

Aindo ha sede nel campus di Padriciano di Area Science Park, ed è composta attualmente da una ventina di persone, suddivise tra reparto business, ricerca e sviluppo, e It. Ha già ricevuto finanziamenti importanti (come i 2,8 milioni di euro investiti dal fondo Vertis Venture 3 Technology Transfer, per consentirle di sviluppare al meglio la sua tecnologia) e continua a fare incetta di riconoscimenti: l’ultimo è un Innovation Awards arrivato da Fortune Italia. La startup ha già clienti internazionali nei settori sanitario, insurtech e fintech.

Nel primo ambito, in particolare, due realtà che collaborano con Aindo sono Televita, impresa triestina che progetta e gestisce servizi telematici nel settore della salute, e lo Uk National Innovation Centre for Ageing, interessato a utilizzare le tecnologie della startup per il supporto alla longevity economy. Ma il mercato per i database sintetici è in continua espansione: secondo uno studio di Grand View Research entro il 2030 si arriverà a toccare globalmente gli 1,8 miliardi di dollari.

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