La difesa di Sorato: "Nessuna cellula criminale in banca"

PADOVA. Samuele Sorato si presenterà di sua volontà in Procura a chiusura delle indagini preliminari. Una questione di “dovere” verso i dipendenti e la comunità. E anche una “necessità”. Quella di spiegare.
A parlare oggi è il suo avvocato Fabio Pinelli, ed è la seconda comunicazione ufficiale. La prima fu all’indomani delle parole di Gianni Zonin che aveva incolpato l’intero management di quanto accaduto, esonerando il board dalle responsabilità perché “il Cda non sapeva”. Fu quella, la goccia che fece traboccare un vaso già colmo.
Dopo poche settimane il Tribunale civile di Vicenza rigettava il provvedimento cautelare che prevedeva la sospensione della liquidazione all’ex manager Bpvi Samuele Sorato. Sorato si è dimesso a maggio 2015. La sentenza del Tribunale civile berico data 2 novembre 2015 e dice: niente colpa o dolo dei manager: La scelta di erogare finanziamenti correlati all’acquisto di azioni "rispondeva a una precisa e voluta politica della società e la situazione porta a ritenere che tutti gli organismi della banca fossero a conoscenza".
Oggi Pinelli spiega che l’accordo per la liquidazione dell’ex direttore ora è stato rispettato: già liquidata la prima tranche. Si è in attesa della seconda. La buonuscita sarebbe di circa 5 milioni, ma Pinelli non conferma le cifre.
Quello che asserisce oggi il legale, all’indomani delle nuove ipotesi di reato di cui ha parlato il Procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri è che l’accusa per associazione a delinquere è “completamente ingiustificata”.
“Credo vada interpretato fino in fondo quanto detto da Cappelleri – spiega l’avvocato Pinelli – e ricordare che nel caso dell’associazione per delinquere non c’è discrezionalità ma obbligo a procedere. Quindi, di fronte a una valanga di esposti e denunce (500 quelle contate in procura a Vicenza, ndr) automaticamente vada allargato l’ambito investigativo. E la Procura deve fare il proprio dovere”. Tuttavia, avverte Pinelli, “se nelle denunce ci sono ipotesi fantasiose come l’associazione a delinquere, siccome non si può denunciare il falso, possiamo dire che non resteranno impunite”.
L’ipotesi di reato non è fondata, per Pinelli, perché non c’era in banca una cellula criminale illegale. E perché se si “elimina il delitto di scopo (falso in bilancio, ndr) l’associazione a delinquere come reato deve esistere ancora”. Ma per Pinelli non è così nonostante il procuratore abbia chiaramente riferito che: "Ci troviamo di fronte a una organizzazione strutturata, la Banca, all'interno della quale alcune persone avrebbero operato, con una struttura gerarchica e ben organizzata, per mettere a segno un numero indefinito di reati".
Pinelli recupera lo statuto, l’iter di approvazione del bilancio e come avveniva la valutazione delle azioni. Distingue tra attività esecutiva e deliberativa: chiama in causa l’advisor Kpmg, il collegio sindacale, il Cda “che è lo stesso per 13 membri rispetto ai fatti che stiamo riscontrando” e dice che “è necessario approfondire ruoli e competenze”. Sorato, precisa, “è stato consigliere delegato solo due mesi e senza diritto di voto nel Cda”.
Quanto alle competenze del direttore generale, Pinelli, rimanda allo statuto della Popolare. E a lettura del verbale Bce che dice che «gli accertamenti hanno evidenziato che in alcuni casi dirigenti della Banca hanno firmato lettere con le quali, spendendo indebitamente il nome della Banca, hanno assunto nei confronti di alcuni clienti impegni di garanzia, rendimento e/o riacquisto delle azioni della Banca dagli stessi acquistate», risponde che se Sorato ha firmato, ma lo esclude, l’ha fatto “nel rispetto delle procedure indicate”.
E’ quindi stato Samuele Sorato un mero esecutore? Gli inquirenti lo giudicheranno. “Al momento nessun interrogatorio – conferma Pinelli – Sorato non ha ancora chiarito la sua posizione. Le indagini – precisa – verificheranno chi ha fatto cosa. Anche chi – aggiunge – ha compiuto il miliardo di capitale finanziato”. No comment sui Fondi Athena e Optimum. Pinelli precisa solo che il verbale Bce, nella sua versione definitiva, pare non sia ancora arrivato né alla Banca né in Procura. “Dobbiamo ancora tutti attendere” dice. E difatti anche nella relazione al bilancio 2015 viene ad oggi citata solo una bozza del documento della vigilanza.
@eleonoravallin
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