Mediobanca-Banca Generali, c’è l’approvazione della Borsa

Il titolo dell’istituto milanese che ha lanciato l’Ops in crescita del 5,27%. Intanto l’assemblea di Intesa Sanpaolo conferma Messina e Gros-Pietro

Luigi Dell’olio

I soci di Intesa Sanpaolo hanno confermato Carlo Messina e Gian Maria Gros-Pietro rispettivamente Ceo e presidente della banca. Questo è l’esito dell’assemblea che si è tenuta ieri da remoto, che ha visto anche l’approvazione del bilancio e della politica dei dividendi.

Intanto, dal mercato è arrivata una generale approvazione per l’Offerta pubblica di scambio (Ops) avanzata da Mediobanca all’indirizzo di Banca Generali. Piazzetta Cuccia ha chiuso la seduta di ieri in progresso del 5,27%, con gli investitori che evidentemente vedono con interesse le prospettive di integrazione, dalle quali dovrebbe scaturire un incremento nell’ordine del 15% tanto sul fronte dei ricavi, quanto degli utili.

Se l’operazione andrà in porto, Mediobanca conquisterà la leadership nel mercato nazionale del wealth management, vale a dire la gestione dei grandi patrimoni, un segmento della finanza che conserva ancora buoni margini e nel quale le dimensioni sono cruciali per ammortizzare i costi necessari per adeguarsi alla continua evoluzione in campo normativo e tecnologico.

La banca milanese ha convocato per il 16 giugno l’assemblea chiamata a esprimersi sull’Ops. Se arriverà il disco verde, la palla passerà agli azionisti di Banca Generali, che a sua volta ieri ha guadagnato l’1,75%, dopo essere già cresciuta del 5,1% nella seduta di lunedì, mentre Generali - i cui titoli Mediobanca vuole scambiare con quelli Banca Generali - è salita dell’1,61% .

Intanto Mps fa sapere che l’ultima novità non fermerà l’Ops lanciata su Mediobanca, mentre gli analisti sono divisi sugli impatti derivanti dalla contromossa di Piazzetta Cuccia. Per Deutsche Bank, si rafforza il valore industriale di un’aggregazione che ha nella gestione dei patrimoni uno dei capisaldi, mentre Barclays non esclude che, aumentando il valore di Mediobanca, l'acquisizione diventi più costosa.

Il ceo di Mps, Luigi Lovaglio, ha sempre sottolineato che la partecipazione in Generali non è essenziale per il progetto di aggregazione: «Quello che vogliamo è diventare il terzo polo bancario per asset in gestione e depositi, con una forte base di capitale e sostenibilità finanziaria». Resta da capire se sono della medesima opinione Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone, che nei mesi precedenti all’Ops su Mediobanca hanno acquistato pacchetti importanti dell’istituto senese e che sono azionisti forti anche in Generali.

Se l’offerta presentata lunedì andrà in porto, Mediobanca uscirà da Generali e a quel punto le due famiglie imprenditoriali potrebbero avere la strada spianata per prendere il controllo del gruppo triestino. Anche se non a breve, dato che Donnet è appena stato confermato Group Ceo e può contare su dieci persone nel board contro i tre degli oppositori.

Sempre nell’ipotesi di successo di questa Ops, e quindi dell’uscita di Mediobanca dal suo azionariato, Generali potrebbe cercare un partner industriale. A questo proposito da tempo si guarda a UniCredit, che ha rastrellato quote della compagnia e all’ultima assemblea si è presentata con un 6,5% del capitale, che ha votato per la lista Caltagirone.

Per chiudere, oggi si svolge l’assemblea ordinaria di Banco Bpm, a sua volta destinatario di un’Ops da parte di UniCredit. Nel secondo giorno di adesione all’Offerta, che si concluderà il 23 giugno, ieri sono state apportate 3.061 azioni, che portano il totale dei primi due giorni a 3.859 azioni, pari allo 0,000255% del capitale di Banco Bpm.

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