Lettera Bce alla Popolare di Vicenza: "Senza Spa e aumento, rischio bail in"

Lo riporta il quotidiano La Stampa. La lettera è datata 29 febbraio e scrive che Bpvi è a un bivio. Se la banca non rispetterà i requisiti patrimoniali si renderà necessario adottare misure di vigilanza. E' il secondo avvertimento

Senza trasformazione in società per azioni, aumento di capitale e quotazione in Borsa la Popolare di Vicenza rischia la messa in risoluzione. È il testo della lettera inviata lo scorso 24 febbraio dalla Bce e ricevuta il 29 dall’istituto vicentino, di cui oggi parla il quotidiano La Stampa.  

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"Bpvi è a un bivio - è scritto nella lettera -: nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza, incluso l’esercizio dei poteri previsti dal Testo Unico Bancario", ovvero appunto le procedure previste dalla direttiva sul bail-in.
 
"L’approvazione congiunta di tutti e tre gli elementi del progetto - è scritto ancora nella lettera inviata da Francoforte - da parte dell’assemblea degli azionisti e la tempestiva attuazione del piano sono ritenuti della massima importanza dalla Bce al fine di ripristinare il rispetto dei requisiti patrimoniali".



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Un iter analogo a quello accorso a Veneto Banca: anche qui la Bce mandò una lettera - poi letta dal presidente Pierluigi Bolla in assemblea -  proprio una settimana prima dell'assise. Ma non è il primo avvertimento per Popovi. Nel supplemento del 16 novembre Consob non solo sanzionava la banca con 73 mila euro ma ammetteva che il possibile esito delle ispezioni in corso avrebbero potuto impattare patrimonio, conto economico, reputazione. Nella peggiore delle ipotesi, quella di non riuscire a raggiungere i dettami patrimoniali imposti dalla Bce o il rafforzamento patrimoniale nei tempi stabiliti, anche l’amministrazione straordinaria e riduzione dell’attivo.
 
 

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