La birra Peroni da oggi è giapponese

Perfezionata la vendita del marchio al gruppo nipponico Asahi dopo l'accordo con la belga Ab InBev che si è unita a Sab Miller che deteva Peroni. La vendita si è resa necessaria per evitare la concentrazione di marchi

Peroni da oggi parla giapponese. Il marchio italiano della birra Peroni, che ha sede e produzione a Padova, passa ufficialmente in mani giapponesi.

Birra Peroni in vendita. Il brand vale miliardi
La redazione

Il gruppo Asahi ha infatti firmato un accordo col gruppo belga-brasiliano Ab InBev per l'acquisto della birra italiana e dell'olandese Grolsch. Non è noto il valore della compravendita, ma nei mesi scorsi Ab InBev aveva riferito di aver ricevuto un'offerta da Asahi per 2,55 miliardi di euro per un pacchetto comprendente anche la britannica Meantime.

L'operazione sarà effettuata in contemporanea con l'acquisizione della sudafricana SABMiller (che controllava i due marchi Peroni e Grolsh) da parte di AB InBev, una transazione annunciata a novembre scorso che vale 112 miliardi di euro. Per ottenere l'approvazione delle autorità garanti della concorrenza che puntano a evitare un eccessivo dominio del mercato da parte un singolo attore, AB Inbev già a inizio dicembre si era impegnata cedere i due marchi.

Birra Peroni con 3 stabilimenti in Italia (Padova, Roma e Bari) a cui si aggiunge la malteria di Pomezia, produce 4,93 milioni di ettolitri di birra all'anno e ne esporta 1,39 milioni. Nell'ultimo anno l'azienda ha investito 18 milioni negli stabilimenti.

L'azienda, nata a Vigevano e a Padova dal 1973, coinvolge 1.500 agricoltori che lavorano per produrre le materie di qualità necessarie per la produzione della birra. L'azienda occupa (tra diretti e indiretti) 19.200 lavoratori. Il fatturato segna 438,26 milioni di euro.



 

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