Bpm all’attacco: «UniCredit dica se l’Ops va avanti»
L’assemblea approva il bilancio: utile netto a 1,9 miliardi. Castagna: «La presenza in Russia è un tema di sicurezza

«L’Ops è senza un piano chiaro». «UniCredit dica se vuole andare avanti o meno». I vertici di Banco Bpm sono andati all’attacco dell’istituto guidato da Andrea Orcel nel corso dell’assemblea, convocata ieri al MiCo di Milano principalmente per approvare il bilancio 2024 (l’esercizio ha fatto segnare un utile netto di 1,92 miliardi di euro, con un balzo in avanti del 51,9% rispetto al 2023, mentre il margine d’interesse è salito del 4,6%, a quota 3,44 miliardi).
Andando per ordine, gli azionisti hanno approvato a larga maggioranza tutti gli ordini del giorno: il 99,803% ha votato a favore dei conti approvati nelle scorse settimane dal Cda, il 91,16% ha detto sì alle politiche di remunerazione per il management relative all’anno in corso e il 93,65 ai compensi corrisposti nel 2024. Gli interventi dei soci si sono concentrati tutti sull’Offerta pubblica di scambio arrivata da UniCredit (l’operazione è partita ufficialmente lunedì 28) e sono stati concordi nel rivendicare l’autonomia dell’istituto guidato dall’ad Giuseppe Castagna e dal presidente Massimo Tononi. Con quest’ultimo che ha assicurato: «C'è ancora molto potenziale e molto che vogliamo e possiamo fare: l’obiettivo è continuare a muoverci nel solco della nostra storia. Ed è mia opinione che certo non verrà interrotto dall’offerta ricevuta».
Quindi ha chiesto a UniCredit di pronunciarsi rapidamente in merito ai paletti posti dal Governo (a termini di legge, c’è tempo fino al 30 giugno per decidere), tra cui l’uscita dal mercato russo nel giro di nove mesi, l’impegno a non tagliare il numero complessivo degli sportelli bancari e il vincolo di non ridurre nei prossimi cinque anni il rapporto impieghi/depositi, né i finanziamenti di opere pubbliche o di pubblica utilità delle due banche.
«È giunto il tempo che UniCredit decida che cosa fare e ci sono solo due opzioni: rinunciare alle condizioni oppure rinunciare all’offerta. Siamo di fronte a una situazione che presenta dei contorni di incertezza molto marcati, ma soprattutto l’offerta a nostro avviso non è adeguata sotto il profilo finanziario». Castagna ha segnalato che la presenza a Mosca dell’istituto guidato da Orcel ha «un rischio significativo» e pone «un tema di incertezza in termini di cybersecurity», senza contare il «tema economico, dato che l’uscita potrebbe causare una svalutazione di 5,5 miliardi».
L’Ad di Banco Bpm è quindi entrato nel merito dell’Ops: «UniCredit non ha fatto alcun piano industriale sull’integrazione. Ci sono solo numeri sintetici sulla guidance». Quindi, in linea con i dubbi sollevati dal governo, Castagna ha aggiunto: «C’è un tema Anima (la Sgr appena acquisita dal Banco, all’esito di un’Opa con il 90% di adesioni, ndr), che sta a cuore a tutti. Il risparmio delle famiglie è uno degli asset e delle forze del nostro Paese. Chiaramente a noi sta molto cuore che il risparmio rimanga in una banca che ha il 100% degli asset in Italia».
Un ragionamento che ha aperto le porte a un’altra stoccata verso UniCredit, «una banca diversificata a livello internazionale», con «il 65% delle attività all’estero», quindi «con interessi che non sono al 100% coincidenti con quelli del nostro Paese».
Successivamente, nel corso della conferenza stampa, Castagna ha risposto a una sollecitazione in merito alle altre partite del risiko finanziario in corso, che chiamano in causa soprattutto i destini di Mediobanca e di Generali: «È presto per trarne delle conseguenze. Ci sono assemblee che devono pronunciarsi», è stata la premessa. Seguita dalla precisazione che «Generali non è assolutamente nel nostro perimetro di crescita futura anche se fosse sul mercato. Non saremmo interessati ad acquisire partecipazioni finanziarie che non hanno una logica industriale».
Sul Crédit Agricole, il principale azionista presente in assemblea (con il 19,8%), ma ancora alla finestra sull’Ops, l’Ad ha dichiarato: «Finora il percorso è stato apprezzato e condiviso. Noi siamo molto fiduciosi finora del percorso fatto con loro come azionisti».
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