Innovazione industriale e metallurgia in Russia, mercato anche per le piccole e medie imprese italiane
Il caso esemplare della friulana Vecchiato Officine Meccaniche, che nel settore della forgiatura sta intercettando la crescente domanda, da parte di gruppi dell’acciaio russi, di fornitori e partner tecnologici

C’è spazio nel mercato russo per le PMI italiane specializzate nelle tecnologie metallurgiche, a patto che sappiano trasferire anche il know-how per utilizzare gli impianti. Ne è un esempio la friulana Vecchiato Officine Meccaniche Srl, che nel settore della forgiatura sta intercettando la crescente domanda, da parte di gruppi dell’acciaio russi, di fornitori e partner tecnologici anche di piccole e medie dimensioni.
L’esperienza in Russia
La Russia è un mercato di crescente importanza per Vecchiato, 12 milioni di fatturato, di cui due terzi nel settore delle macchine e degli impianti completi integrati per la forgiatura («nicchia in cui abbiamo dal 15 al 20% del mercato in Europa ed Est Europa, con brevetti in essere e in via di approvazione», afferma il direttore commerciale Massimiliano Mancini) e per i metalli (tecnologie per produttori e trasformatori di acciaio). E il resto con macchinari per la lavorazione del legno e servizi conto terzi di officina meccanica di finitura. Proprio tra il 2020 e il 2021, in pieno periodo pandemico, Vecchiato ha portato a termine un’importante commessa per un impianto completo di forgiatura (pressa più manipolatori per la movimentazione) nella zona di Čeljabinsk negli Urali orientali, grazie ai permessi speciali di viaggi business tra Italia e Russia emessi dal governatore regionale locale per motivi economici strategici. «Trasferte non agevoli, con tempi molto più lunghi del solito, visto che per le restrizioni Covid non era possibile fruire di collegamenti rapidi interni alla Russia e occorreva fare molti controlli. Ma ce l’abbiamo fatta, anzi, anche grazie alla non interruzione di questa commessa nel 2020 abbiamo tenuto a pieno regime la nostra produzione in Italia», commenta Mancini, che tra luglio 2020 e luglio 2021 a Čeljabinsk c’è andato almeno una decina di volte.
La fiera Innoprom di Ekaterinburg

E a luglio Mancini è stato anche all’importante fiera industriale russa Innoprom di Ekaterinburg, dove Vecchiato Officine Meccaniche ha partecipato come espositore nell’ambito della delegazione ICE di 61 aziende tra imprese e start-up che hanno rappresentato l’Italia come Paese Ospite d’Onore all’edizione 2021. «Un’esperienza positiva, sia per la qualità mirata dei contatti in fiera sia per l’ottima impressione fatta dal padiglione italiano molto ben allestito e gestito», commenta soddisfatto Mancini. «Innoprom è stata la prima fiera in presenza dopo la pandemia, con un buon clima di fiducia per la ripartenza tra gli operatori. Pur con le inevitabili limitazioni dovute alle misure di sicurezza sanitaria in essere, abbiamo potuto incontrare tutti i buyer che ci interessano nel settore metallurgico russo, quindi target centrato e opportunità serie».
L’automazione industriale italiana in Russia
Innoprom, a differenza di Metal Expo, non è in Russia una fiera verticale del settore siderurgico. Bensì una fiera trasversale sull’innovazione tecnologica in campo industriale: energia/ambiente, aerospazio, filiera dell’automotive, meccanica strumentale e startup. E per l'automazione industriale italiana tra le aree di applicazione più interessanti in Russia c’è appunto la metallurgia, oltre all'oil&gas e al packaging: settori dove i russi hanno bisogno sia di acquistare tecnologie avanzate sia di acquisire le competenze operative necessarie per utilizzarle al meglio. «L'Italia è riconosciuta in Russia per la qualità anche dei suoi prodotti tecnologici. Quella dell'automazione industriale è infatti una delle quattro A che identificano settori importanti dell'export italiano in questo mercato; le altre tre sono l'arredo, l'abbigliamento e l'alimentare, anche se quest'ultimo ha subito negli ultimi anni forti contrazioni a causa delle contro sanzioni russe», osserva Mauro Galluzzo, responsabile dell'ufficio di Mosca di Finest, società finanziaria delle regioni del Triveneto e gestore dello sportello Sprint del Friuli Venezia Giulia per gli strumenti finanziari, assicurativi, promozionali e di assistenza tecnica a supporto dello sviluppo internazionale delle imprese.
Metallurgia russa e innovazione industriale
L’innovazione industriale in ambito metallurgico è tra gli ambiti principali di Innoprom. Anche perché, essendo organizzata dal Ministero dell’Industria e del Commercio di Mosca, la fiera di Ekaterinburg vede la partecipazione dei vertici dei grandi gruppi industriali pubblici e privati del Paese e di molte Regioni e Repubbliche della Federazione Russa dove è economicamente molto rilevante l’industria dell’acciaio, dell’alluminio e di altri metalli. «Tra le tecnologie italiane per la lavorazione dei metalli richieste in Russia ci sono sicuramente quelle per le fonderie del ferroso e non ferroso, come testimoniato dell’associazione di categoria italiana Amafond: questo è un settore in cui le nostre eccellenze industriali sono molto presenti per esempio nel distretto degli Urali», osserva Matteo Masini dell’Ufficio di Coordinamento Promozione del Made in Italy di ICE.
La meccanica italiana in Russia
La meccanica, settore focus di Innoprom, è la prima voce dell’export italiano in Russia. Nel primo trimestre 2021 ha rappresentato il 35,9% delle esportazioni verso Mosca. Nonostante la riduzione del 2020, l’Italia rimane il terzo paese esportatore in Russia in questo settore dietro a Germania e Cina. Posizione confermata anche nell’ambito delle macchine per la lavorazione dei metalli, con una quota di mercato del 13% nel 2019. Un mercato che, secondo un’analisi di Confindustria Vicenza, nel 2019 in Russia valeva circa 1,2 miliardi di euro (il terzo in Europa dopo Germania e Italia) e dove la produzione interna non arriva ancora al 20% (nel 2019 le importazioni russe di macchine per la lavorazione dei metalli hanno superato il miliardo di euro, tant’è che la metallurgia impiega un terzo delle macchine utensili in Russia; altri importanti settori di applicazione sono automotive e aerospaziale). E dopo alcuni anni di calo, le esportazioni di macchine utensili italiane in Russia sono tornate a salire dal 2017 arrivando a un valore di 142 milioni di euro nel 2019: le macchine più vendute sono torni, fresa-alesatrici, piegatrici e curvatrici.
Opportunità per le PMI specializzate italiane nella metallurgia russa
Come dimostra l’esperienza di Vecchiato, crescono le opportunità anche nel campo delle tecnologie per la forgiatura. Oggi in Russia Vecchiato ha già installato un certo numero di macchine nuove, e punta a crescere sfruttando la crescente esigenza di sviluppo dell’industria di trasformazione secondaria dell’acciaio.

«Non è ancora un mercato molto ampio perché non ci sono moltissimi forgiatori, ma il potenziale è importante perché in Russia sempre più si dovrà sviluppare questo settore per ridurre l’importazione economicamente non vantaggiosa di pezzi forgiati», spiega Mancini. «Ma per fare ciò, i russi oltre a importare tecnologie (ambito in cui italiani e tedeschi sono al top) hanno bisogno del know-how per utilizzarle adeguatamente. In Russia ci sono gruppi siderurgici che stanno facendo dei passi da gigante, con strutture organizzate al livello dei migliori standard industriali europei. E altri che si stanno evolvendo, ed è rispetto a questa esigenza che una realtà come Vecchiato ha le dimensioni giuste per fornire supporto specialistico ad hoc per il trasferimento di know-how». Insomma, mentre i grandi progetti per l’avvio di nuove acciaierie sono in genere ad appannaggio dei grandi gruppi delle tecnologie siderurgiche, i progetti mirati per alcune aree del processo metallurgico possono essere acquisiti direttamente da aziende di dimensioni medio-piccole. Su questo Mancini vede un cambiamento nel mercato: «Da un paio di anni è in corso tra i gruppi russi dell’acciaio la tendenza a spacchettare di più le commesse tra diversi fornitori specializzati per ciascun dei sotto settori di trasformazione, tra cui appunto la forgiatura, anziché affidare tutto a un solo grande player come unico contractor che ha inevitabilmente costi di struttura più alti. E con il trend dell’aumento dei prezzi delle materie prime l’attenzione ai costi complessivi delle commesse da parte dei grandi gruppi dell’acciaio si è accentuata, così stanno aumentando le opportunità per le PMI flessibili e specializzate di accreditarsi come partner tecnologici diretti».
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