Via libera alla riforma, nasce Porti d’Italia Spa

Il Mit: «La nuova società sarà responsabile della gestione dei grandi investimenti infrastrutturali strategici, della manutenzione straordinaria, dell'individuazione delle opere di interesse economico generale»

La redazione
Il porto di Trieste
Il porto di Trieste

"Il consiglio dei ministri ha approvato senza riserve la riforma dei porti, segnando un passaggio decisivo per il futuro della logistica e dell'economia marittima italiana. Con questo passaggio si dà il via ad una riforma attesa da anni, che introduce una visione unitaria, obiettivi chiari e responsabilità definite, ponendo le basi per un sistema portuale moderno, competitivo e pienamente integrato nelle grandi rotte del Mediterraneo e dell'Europa".

Così il Mit in una nota a proposito dello schema di disegno di legge esaminato oggi in consiglio dei ministri.

"Al centro del nuovo assetto vi è la nascita di Porti d'Italia Spa, una società pubblica partecipata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e vigilata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, chiamata a svolgere un ruolo di regia nazionale. La nuova società sarà responsabile della gestione dei grandi investimenti infrastrutturali strategici, della manutenzione straordinaria, dell'individuazione delle opere di interesse economico generale e della promozione unitaria del sistema portuale italiano sui mercati internazionali".

"Le 16 Autorità di Sistema Portuale restano pienamente operative e mantengono la gestione territoriale degli scali, la manutenzione ordinaria e il rilascio delle concessioni, ma vengono sollevate dal peso finanziario delle grandi opere. Il nuovo equilibrio economico è garantito dalla capitalizzazione di Porti d'Italia Spa attraverso l'utilizzo degli avanzi di amministrazione non vincolati del sistema, consentendo alle Autorità di concentrarsi sull'efficienza operativa e sullo sviluppo locale".

"La riforma - si legge ancora - introduce inoltre una significativa semplificazione delle procedure, accelerando l'approvazione dei Piani Regolatori Portuali, rendendo più rapidi i dragaggi e favorendo il riutilizzo dei materiali in un'ottica di economia circolare, rafforzando al contempo i poteri di vigilanza del Mit per garantire il rispetto dei tempi e delle regole.

Ora la parola passa al Parlamento, chiamato a esaminare e approvare in via definitiva una riforma strategica per il Paese.

Il Governo chiede un confronto serio e responsabile, orientato al merito e ai risultati, per dotare finalmente l'Italia di un sistema portuale all'altezza delle sfide globali. È il momento delle scelte concrete, nell'interesse della competitività nazionale, del lavoro e della crescita".

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