Autostrade e porto, nasce l’alleanza per gestire il trasporto pesante

Autostrade Alto Adriatico e il porto di Trieste uniscono le forze. Il presidente della concessionaria Monaco: «L’intesa è necessaria per raggiungere risultati»

Marco Ballico
Marco Monaco, presidente Autostrade Alto Adriatico (foto Massimo Silvano)
Marco Monaco, presidente Autostrade Alto Adriatico (foto Massimo Silvano)

Un’alleanza che può cambiare il volto della logistica a Nordest. Per la prima volta, Autostrade Alto Adriatico e Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale uniscono forze, dati e strategie per gestire in modo integrato e digitale i flussi di traffico che muovono l’economia del territorio.

A conferma, sottolinea il presidente della concessionaria Marco Monaco, «di una connessione forte tra rete autostradale, porti e interporti, hub di primaria importanza per la posizione strategica di crocevia del traffico merci tra Est e Ovest». È proprio lungo il Corridoio europeo V, del quale fa parte la A4 Venezia-Trieste, che scorre del resto la gran parte dei transiti che dall’Est Europa percorre il Nord Italia, attraverso Trieste e il suo porto.

L’incremento del traffico pesante

Negli ultimi dieci anni, contestualmente alla costruzione della terza corsia (a oggi completata per quasi 60 chilometri) e alla trasformazione in autostrada del raccordo Villesse-Gorizia (17 chilometri dell’attuale A34), si è passati da 46 milioni di veicoli sulla rete di Autostrade Alto Adriatico (dal novembre 2015 al novembre 2016) a 54 milioni (dal novembre 2024 al novembre 2025), con un incremento dei mezzi pesanti da 12 a 15 milioni.

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Luca PianaLuca Piana

Se quasi la metà dei flussi (21 milioni di veicoli nell’ultimo anno, più 2 milioni sul 2015) riguarda la A4, la crescita interessa anche la A28 Portogruaro-Conegliano, grazie all’aggancio con la Pedemontana Veneta (più 2,2 milioni di transiti nel decennio), la A23 (Udine Sud-Palmanova) e la A34 (penalizzata solo negli ultimi mesi per la chiusura della superstrada slovena H4) che sono diventati bypass quando sulla A4, specie durante i mesi estivi, si riversa gran parte del traffico delle vacanze.

Tutto questo, informa la società, con un tasso di incidentalità con danni alle persone per 100 milioni di veicoli calato da 6,8 a 5,2, «ben al di sotto del dato medio delle altre concessionarie, ovvero 6,2».

Il modello Newco

Una Newco «modello» in Italia, la definisce Monaco, che guarda alle alleanze: Autostrade Alto Adriatico è un unicum a livello nazionale nel settore delle concessioni autostradali dopo che, nel 2018, Friuli Venezia Giulia e Veneto hanno infatti costituito la società “in house”, ovvero interamente partecipata delle due Regioni, con l’obiettivo di subentrare ad Autovie Venete, in scadenza di concessione, nella gestione delle tratte autostradali.

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(foto Katia Bonaventura)

Un processo di affidamento innovativo, in stretta collaborazione con lo Stato, con i passaggi chiave del Protocollo d’intesa fra i due Enti regionali e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 14 gennaio 2016 e dell’Accordo di Cooperazione del 14 luglio 2022, che hanno consentito di adottare quelle misure normative e amministrative dirette ad accordare a una “in house” la gestione e la costruzione dell’autostrada, con connessi obblighi di servizio pubblico: dalla progettazione e realizzazione di interventi infrastrutturali lungo la rete di competenza al completamento della terza corsia, dal contenimento degli aumenti tariffari in linea con il tasso d’inflazione fino alle intese e collaborazioni con gli altri protagonisti che gestiscono i sistemi di trasporti delle due Regioni.

Lo stesso legislatore, assumendo che tale modalità di gestione sia in linea con i principi di buona amministrazione e con la certezza della piena conformità della stessa al diritto dell’Ue, al comma 7 dell’articolo 186 del Decreto legislativo 36 del 31 marzo 2023, ha considerato questo modello applicabile in via generale per l’affidamento di concessioni autostradali relative a tratte che interessano una o più regioni.

La digitalizzazione dei flussi

Proprio in questa direzione va il protocollo d’intesa tra Autostrade Alto Adriatico e Autorità di sistema portuale recentemente firmato per la realizzazione di progetti, a carattere sperimentale, per lo scambio e integrazione dei sistemi digitali delle informazioni sui flussi di traffico da e verso gli scali portuali e i caselli. Premesso che oltre il 50% dei transiti in entrata e in uscita dalle aree portuali avviene attraverso la rete autostradale, l’obiettivo è di rendere questi flussi più ordinati e sicuri.

Nell’ambito dell’accordo, Autostrade Alto Adriatico e Autorità portuale daranno vita a tavoli tecnici per rendere disponibili agli autotrasportatori in entrata e in uscita dai porti informazioni che li facilitino alla guida e rendano più efficace la stessa gestione del traffico veicolare.

Un polo per l’intermodalità

L’accordo con il porto fa il paio con un altro firmato da Autostrade Alto Adriatico con Trieste Airport, allo stesso scopo di mettere a sistema e in maniera digitale i dati dei transiti, nell’ottica anche di migliorare a livello infrastrutturale l’accesso all’aeroporto di Ronchi attraverso il potenziamento del casello di Redipuglia (da 5 a 7 porte).

«La conoscenza reciproca dei processi tra le parti e la messa a sistema di piani innovativi è essenziale per poter raggiungere risultati nell’interesse generale anche degli altri attori del comparto e dare il miglior servizio pubblico possibile – sottolinea il presidente Monaco –. L’autostrada svolge un ruolo di propulsore nell’evoluzione dei traffici delle merci internazionali. Non un semplice luogo di passaggio, ma di raccordo tra luoghi di partenza e di arrivo e le aree produttive. È necessario costruire una rete di progetti integrati e sostenibili affinché il Nordest diventi un polo intermodale strategico al servizio del territorio. In questa ottica si può anche immaginare un ruolo dell’autostrada come punto di raccordo delle Zls (Zone logistiche speciali) perché si creino condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi per lo sviluppo di nuovi investimenti nelle aree portuali, interportuali e aeroportuali».

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