Incognita pedaggi lungo l’A4: riforma in arrivo, incertezza sulle tariffe

Autostrade Alto Adriatico ha chiesto che il ticket non aumenti, ma il piano inviato al Mit nel 2024 giace su una scrivania: record di passaggi nel 2025

Valeria Pace
(foto Katia Bonaventura)
(foto Katia Bonaventura)

Il 2026 è alle porte e non c’è ancora certezza sugli importi che saranno applicati sulla Trieste-Venezia.

L’unica cosa sicura è che Autostrade Alto Adriatico, la concessionaria che ha in gestione quel tratto, ha chiesto al ministero dei Trasporti di tenere ferme le tariffe richieste agli utenti, come fatto anche nel 2025. Ma è da luglio 2024, quando ha inviato l’aggiornamento del suo Piano economico finanziario (Pef) al dicastero, che non riceve risposte.

Autostrade, piano da 50 miliardi e sinergia tra concessionarie e Polizia
La redazione
Veicoli al casello del Lisert di Trieste (foto archivio Bruni)

E in questo quadro si aprono le incognite sul 2027, quando i ticket, a meno di scelte in altro senso da Roma, potrebbero diventare più salati. Nel piano di Autostrade Alto Adriatico, infatti, viene solo specificato che eventuali ritocchi all’insù non supereranno il valore dell’inflazione certificata dall’Istat. E c’è anche il nodo rimborsi che potenzialmente si affaccia a partire da aprile 2026.

Intanto, Autostrade Alto Adriatico annuncia che il 2025 sarà un anno da record: le proiezioni indicano che per fine anno si raggiungeranno i 54.219.526 transiti sulla rete, un numero mai registrato prima.

Un dato che per il presidente Marco Monaco, indica che «la nostra rete è diventata il principale corridoio in Italia dei traffici Est-Ovest dall’Europa» e dunque «l’investimento nella sua modernizzazione è imprescindibile per la crescita della produttività».

Le incognite

Il presidente Monaco, a fine settembre, aveva annunciato su queste pagine di essere pronto ad abbassare le tariffe «se l’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) detterà prescrizioni chiare su questo punto».

La revisione dello schema di determinazione dei pedaggi avviata dal Garante dei trasporti, l’Art, ha appunto questo obiettivo, come annunciato a metà settembre sul Sole24Ore dal suo presidente Nicola Zaccheo, e inizierà a farsi strada dal primo gennaio 2026, ma sarà molto più significativa nel 2027. Ma ci sono molte incognite.

La revisione dovrebbe agganciare in modo più sistematico il valore del ticket agli investimenti. Ma, come sottolinea Autostrade Alto Adriatico, rivendicando anche di applicare le tariffe tra le più basse d’Italia, è dal 2018 che sulla rete in gestione dalla concessionaria sono invariate. È probabile, dunque, che eventuali diminuzioni impattino principalmente le concessionarie con i prezzi più alti.

C’è pure il nodo rimborsi. Allo studio dell’Art c’è anche questo dossier: la possibilità di garantire rimborsi ai viaggiatori intrappolati in code infinite in autostrada a partire da aprile. Rimborsi che varrebbero il 100% del costo del pedaggio per chi rimane fermo per più di 4 ore, del 75% oltre le 3 ore, del 50% oltre le 2.

Ma i ristori dovrebbero scattare in una tratta entro i 30 chilometri semplicemente in presenza di lavori programmati, tra i 30 e i 50 chilometri a partire da un ritardo di 10 minuti, secondo complicati calcoli. I conseguenti mancati guadagni dei concessionari potrebbero però essere recuperati con aumenti dei pedaggi. Il condizionale è d’obbligo perché quella messa sul tavolo da Art è al momento solo un’ipotesi.

La mancata approvazione del Pef crea incertezze sul valore dei pedaggi per gli utenti, ma anche sulla programmazione di lungo respiro delle opere che appunto è finanziata dai ticket degli utenti. I lavori proseguono, certo, ma senza certezze riguardo alla programmazione delle entrate.

Il record

Il transiti sulla rete di Autostrade Alto Adriatico si avviano a registrare un +2 milioni sul 2024 e un +4 milioni rispetto al 2023. Se si guarda indietro al 2002, i veicoli transitati sulla rete segneranno +20 milioni. La società sottolinea anche che la sicurezza è aumentata, con l’incidentalità con danni a persone crollata a 4,5 ogni 100 milioni di veicoli al chilometro, mentre vent’anni fa era di 11,5.

Nel tratto tra Portogruaro e San Donà, tratto in attesa della partenza dei lavori per la terza corsia, è di 6,19 «per la prima volta leggermente più bassa rispetto al dato medio delle altre concessionarie autostradali (6,2)», registra la nota di Autostrade Alto Adriatico.

Guardando ai dati consolidati al 31 ottobre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il traffico è aumentato del 4%, un incremento guidato dai mezzi leggeri (+5%), mentre i mezzi pesanti hanno segnato +2%.

Invece nel tratto Portogruaro-San Donà la crescita del traffico è nella forchetta tra il 2 e il 3%, mentre l’aumento dei mezzi pesanti non arriva all’1%. Secondo l’analisi del presidente Monaco, «la crescita esponenziale del traffico si deve alla costruzione della terza corsia che ha raggiunto uno sviluppo di circa 60 chilometri, dei quali 40 dal 2021 a oggi». Per quanto riguarda gli incidenti, rispetto all’anno scorso, sono passati da 461 a 396, i mortali da 9 a 5.

Riproduzione riservata © il Nord Est