Vendemmia verso i 48 milioni di ettolitri, in aumento dell’8%

Le stime di Assoenologi, Unione italiana vini e Ismea confermano il primato mondiale italiano sulla produzione. Zoppas: «Campagna positiva, ma dazi Usa penalizzanti»

La redazione

La vendemmia 2025 potrebbe arrivare a sfiorare i 48 milioni di ettolitri, in crescita dell’8% rispetto alla campagna dello scorso anno. È quanto prevedono le stime di Assoenologi, Unione italiana vini (Uiv) e Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) in collaborazione con il ministero dell’Agricoltura e le regioni.

Secondo le previsioni, si attende un'annata molto buona o ottima in quasi tutte le aree, con volumi riportati in linea con la media dopo due annate particolarmente scarse. La raccolta conferma il primato mondiale dell'ltalia, seguita nella classifica globale da Francia (37,4 milioni di ettolitri) e Spagna (36,8 milioni di ettolitri).

A una vendemmia stimata di 47,4 milioni di ettolitri si aggiungeranno verosimilmente circa 37 milioni di ettolitri di vino in cantina. Le buone riserve idriche accumulate durante l'inverno, una primavera mite e un'estate anticipata ma altalenante hanno favorito una vendemmia anticipata in molte aree e con una distribuzione temporale che si preannuncia lunga, soprattutto al Sud. L'analisi agronomica lascia poi intravedere vini freschi e longevi al Nord, profili netti ed equilibrati al Centro e rossi di struttura e carattere al Sud.

La qualità delle uve, secondo il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, si preannuncia «molto buona, in alcune zone addirittura eccellente». Risultati ampiamente positivi anche per il direttore generale di Ismea, Sergio Marchi, «sia in termini di quantità che di qualità, con un andamento confermato anche dalle stime regionali e da una crescita particolarmente significativa nel Mezzogiorno, dove si registrano aumenti a doppia cifra».

Meno positive invece le previsioni del presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, sulle quantità. «Alle attuali condizioni di mercato, sarà difficile garantire la giusta remunerazione alla filiera con una vendemmia da 47,4 milioni di ettolitri a cui si aggiungeranno verosimilmente circa 37 milioni di ettolitri di vino in cantina. Ci troviamo a fare i conti con difficoltà che non riguardano solo l'Italia, ma tutti i Paesi produttori. La qualità del nostro vino è indiscussa, ma anche il buono, se è troppo, fa perdere valore al comparto». Frescobaldi propone «di rivedere gli schemi produttivi, a partire dall'impianto legislativo del Testo Unico, con l'obiettivo di attivare un sistema a fisarmonica del nostro potenziale, che sia in grado di aprirsi o comprimersi a seconda delle dinamiche di mercato». 

Preoccupano soprattutto le difficoltà verso il mercato statunitense. «Il vino italiano sta affrontando una fase complessa che vede una vendemmia positiva ma con un mercato saturo e dazi Usa penalizzanti, seppure alla tariffa base del 15%. Nonostante un calo del 4% nei volumi di export nei primi cinque mesi del 2025 il valore si mantiene stabile a 3,2 miliardi sullo stesso periodo dello scorso anno», sottolinea il presidente di Agenzia Ice, Matteo Zoppas.

«Nel primo semestre 2025 - aggiunge Zoppas – abbiamo già realizzato 20 iniziative promozionali dedicate al vino, che hanno coinvolto oltre 240 aziende del settore e 440 operatori, e altre 35 sono in valutazione. La qualità del vino italiano e il nostro impegno nel percorso di education&tasting ci permetteranno di superare anche questa fase di mercato saturo, consolidando la leadership internazionale del settore».

Secondo il presidente diIce, «il mercato americano si conferma strategico e, anche se nel periodo gennaio-maggio di quest'anno appare una crescita del 5,79%, non bisogna pensare che questo trend possa durare, figlio di logiche di stoccaggio che sta vedendo un sell out sul mercato che non dà per nulla conforto».

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