Tsw, i pacificatori del digitale per le grandi aziende: "Miglioriamo l'usabilità per togliere lo stress"

Treviso. Avete mai litigato con un forno a microonde di ultima generazione? Se sì, probabilmente ha vinto lui: interfaccia complicata, mille programmi, fastidiosa sensazione di stress e perdita di tempo. Ecco, provando a riassumere: loro sono i pacieri, o i semplificatori. «C’è il mondo di chi fa le cose, e quello di chi le usa. Due mondi che molto spesso non si parlano. Noi li mettiamo attorno allo stesso tavolo». È il “manifesto” della trevigiana Tsw nelle parole del fondatore e amministratore, Christian Carniato.

Basta leggere i nomi di alcuni loro clienti presenti e passati per capire il mercato che c’è dietro: De’ Longhi, Candy, Bulgari, OVS, Autogrill, Save, Illy Caffè, Despar. Il filo conduttore è uno: usabilità, che si traduce in esperienza di uso «che se è mediocre produce stress, quando invece è positiva dà benessere, semplifica la vita, regala tempo libero», spiega ancora Carniato. Concetto trasversale, perché si può litigare con un microonde ma anche con una lavatrice, o un aeroporto, se non si capisce cosa si deve fare e dove. Non è un esempio a caso, perché con Save hanno lavorato proprio a migliorare l’usabilità del Marco Polo di Venezia. «Obblighiamo i produttori o i fornitori di un servizio a riconnettersi con i loro clienti e fruitori, ad assecondare i loro bisogni».

Un artigianato digitale, soprattutto, perché gli ambiti di solito sono quelli dell’usabilità di elettrodomestici, siti, applicazioni come l’home banking. «E dal digitale le competenze che abbiamo portato in azienda si sono arricchite, allargate alla psicologia e alle neuroscienze, per esempio», dice Carniato. Gli strumenti utilizzati rispecchiano l’approccio multidisciplinare: si va dagli eye-tracker, che monitorano cosa un utente guarda in un sito di e-commerce o in un’opera d’arte esposta al museo per migliorarne la fruizione, e si arriva a indagini “sul campo” come nel caso dell’aeroporto, in cui si lavora con gli utenti per migliorare fruibilità e funzionalità degli spazi fisici e informativi.
Il fatturato 2020, anno difficile anche per loro, ha toccato quota dieci milioni di euro, le prospettive di crescita per il 2021 ipotizzano un +25%. Nati nel 1997 («Non c’era ancora Google») per fare da punto di incontro tra domanda e offerta nella prateria del web che si apriva, negli anni hanno arricchito e diversificato l’offerta.
«Un ambito di business importante ora è quello degli infortuni sul lavoro: molto spesso un’interfaccia semplice di un macchinario o un dispositivo ha un impatto decisivo sul livello di sicurezza nel suo utilizzo», spiega il direttore generale, Simone Fluperi.

E poi ci sono casi di studio curiosi. TSW, il cui nome significa The Sixth W, ovvero la sesta w, “with”, cura anche la comunicazione social per le imprese (anche per l'Usl 2 di Treviso durante questa pandemia) e campagne promozionali con strumenti alternativi. Come il gamification marketing: per Despar stanno gestendo la comunicazione social e il sistema a giochi - e premi, tradotti in sconti sul carrello della spesa - che trasforma il classico programma fedeltà a punti in una “Despar tribù” che gioca, si diverte e risparmia.
«Il profilo Instagram di Despar Nordest - spiega Gaia Lampomarda, content strategist di TSW - è passato da novemila a 45 mila follower in soli tre mesi (+400%), senza campagne di comunicazione e advertising a supporto». E i follower sono clienti, perché dai social si prendono indizi per giocare sulla app, e se rispondi a facili domande accumuli punti e sconti. «Il semplice “esserci” non è più sufficiente: l’esperienza utente deve essere necessariamente di qualità - spiega Lapomarda - che crea valore per la propria brand community e che fa sì che le persone che scelgono di dedicare il proprio tempo ai contenuti di un’azienda, qualunque essa sia, sentano il desiderio di interagire con contenuti che reputano interessanti». —
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