Trasteel: «Per il tubificio Profilmec management e personale confermati, obiettivo aumento della produzione con acquisizioni estere»

Federico Piazza

Il Gruppo Fratelli Cosulich estende attraverso Trasteel le attività dirette nella filiera siderurgica friulana. Dopo le lamiere da treno di Officine Tecnosider, arrivano infatti i tubi e profilati d’acciaio di Profilmec. L’attore protagonista è appunto Trasteel, trader e trasformatore siderurgico svizzero con volumi annuali cresciuti a 1,5 milioni di tonnellate e fatturato pro-forma di 1,35 miliardi di euro, in cui Cosulich ha una quota del 37%.
Trasteel ha recentemente acquisito il produttore piemontese di tubi e profilati d’acciaio Profilmec, una realtà storica da oltre 300 milioni di euro di fatturato con più di 400 dipendenti e uno stabilimento anche nel Pordenonese. Acquisizione che in Friuli si aggiunge a quella di due anni fa del laminatoio Officine Tecnosider di San Giorgio di Nogaro, 110 dipendenti e 271 milioni di fatturato nel 2021.

Gianfranco Imperato, Ceo di Trasteel, spiega la strategia di sviluppo per Profilmec, in una logica di piena continuità operativa e di mercato in Europa, integrazione commerciale con le altre unità del Gruppo che processano coils in Italia e in Serbia, crescita dei volumi produttivi a 500mila tonnellate ma solo attraverso acquisizioni.

Con Profilmec avete allargato la famiglia di imprese che operano nel vostro Gruppo. Strategicamente, quali sono state le motivazioni che vi hanno spinto su questa azienda?

«Abbiamo da tempo concentrato la nostra attenzione sulla trasformazione siderurgica, ovvero le attività industriali che trasformano un semiprodotto in prodotto siderurgico. Officine Tecnosider da bramma a lamiera; Tamac da rotolo a nastro/foglio; Profilmec da rotolo a tubo; etc. Perché riteniamo che siano aziende nelle quali le attività di acquisto e vendita sui mercati internazionali siano coerenti con il nostro background di trading».

Che ruolo giocherà Profilmec all’interno del Gruppo?

«La logica strategica di Trasteel è di essere un “portfolio manager” di attività in qualche modo sinergiche con il nostro trading, pur mantenendo la totale autonomia gestionale nelle nostre controllate industriali, che devono essere libere di acquistare e vendere per non diventare “vittime” di decisioni commerciali prese dai nostri trader. Il beneficio per le controllate è di usufruire del nostro network e della nostra intelligence commerciale».

Considerando l'attuale situazione internazionale e di mercato, cosa prevede il business plan per Profilmec?

«L’obiettivo strategico è passare dalle attuali 300/350mila tonnellate a 500mila di produzione nei prossimi anni. Ma solo e soltanto attraverso acquisizioni al di fuori del territorio italiano: il raggiungimento di tale obiettivo dipenderà quindi dalle singole opportunità che ci si presenteranno. Ovvero, in assenza di opportunità, restiamo dove siamo e siamo contenti così».

Nuovi prodotti?

«Profilmec serve con la sua ampia gamma di tubi 1400 clienti attivi, tutti assicurati, in almeno dieci settori diversi (mobili, radiatori, auto, agroalimentare, edilizia, ecc.). Rimaniamo su questo, aumentando efficienza e qualità del servizio. Potremmo, al limite, avere qualche limitata espansione della gamma produttiva attraverso non solo acquisizioni ma alleanze strategiche, su cui stiamo lavorando».

Investimenti tecnologici e personale?
«La logica è di totale continuità gestionale e operativa, confermata dalla permanenza dei top manager storici di Profilmec. Valuteremo comunque una serie di investimenti migliorativi sia dal punto di vista tecnologico (ad esempio per ottimizzare i consumi di energia) sia dal punto di vista delle risorse umane, gestendo con attenzione il necessario graduale ringiovanimento delle strutture che, sottolineo, non prevede alcuna dismissione ma solo un progressivo turn-over vista l’elevata età media del personale attuale che via via si pensionerà».

La posizione geografica ha inciso sulla scelta Profilmec?
«Le cosiddette strategie aziendali spesso sono in realtà, almeno parzialmente, l’interpretazione a posteriori delle opportunistiche decisioni che la nostra rete ci sottopone: la scelta Profilmec non è stata presa rispetto alle sue sedi di Racconigi in Piemonte o di Sesto al Reghena in Friuli. Bensì ha colto l’opportunità di subentrare in una azienda storica di successo dopo il decesso del suo fondatore, il Geom. Giuseppe Bottanelli. Il nostro legame storico con Walter Talpo, socio di minoranza e amministratore delegato storico dell’azienda, ha fatto il resto».

Profilmec ha una rete commerciale capillare in Italia e in Europa. Nei vostri piani è prevista un'espansione anche extra europea?
«Non di fuori dell’Europa o del Mediterraneo, per motivi essenzialmente logistici. Ci sarà invece l’integrazione della rete con le altre due nostre unità che processano coils, cioè il tubificio serbo Yugotub, che verrà addirittura integrato in Profilmec, e il centro servizi per rotoli Tamac a Massa, che intende arrivare presto alle 100mila tonnellate di lavorazione».

Il ruolo di Rolm, la società del Gruppo che gestisce l’aggiornamento tecnologico, sarà ulteriormente potenziato?
«Contiamo di integrare Rolm e le sue competenze settoriali nella nostra Divisione Engineering che annovera, oltre ad un gruppo di specialisti a Lugano, la nostra controllata Fematek a Izmir in Turchia, già subfornitrice delle principali aziende europee di impiantistica siderurgica».

La tag-line di Profilmec è: “Sopra la qualità, la cura del dettaglio”. È prevista una revisione del piano comunicativo?
«Diciamo che sia Profilmec che Trasteel, e soprattutto il sottoscritto, sono stati ad oggi dei fan sfegatati del “basso profilo”. Le dimensioni del Gruppo attuale (e la spinta del socio e amico Augusto Cosulich) si fanno comunque sentire e comporteranno sicuramente un innalzamento da low a medium-low profile».

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