TechnoAlpin, più ricavi grazie a Milano-Cortina

I grandi eventi sportivi hanno avuto un ruolo chiave nella crescita dell’azienda. Olimpiadi, l’impresa altoatesina ha ordini per 30 milioni in impianti di innevamento artificiale

sulle piste di Bormio, gli impianti per snowboard di Livigno e il centro biathlon di Anterselva

Sandro Moser

 

Milano-Cortina 2026 si affida alla bolzanina TechnoAlpin per i nuovi impianti di innevamento artificiale. L’azienda, che aveva già realizzato gli impianti per i mondiali di sci di Cortina del 2021, si è aggiudicata commesse per 30 milioni. Gli interventi riguardano le piste di discesa libera di Bormio, gli impianti per freestyle e snowboard di Livigno e il centro di biathlon di Anterselva.

Il progetto più rilevante, già in fase di realizzazione, è quello di Bormio, con oltre 80 cannoni da neve e due stazioni di pompaggio, per 9 milioni. «Si tratta di un grande riconoscimento della nostra competenza e, allo stesso tempo, di una responsabilità che affrontiamo con passione e impegno», ha commentato Wolfgang Psenner, responsabile vendite Italia di TechnoAlpin.

La partecipazione come fornitore e supporter a grandi eventi sportivi internazionali, con i suoi inconfondibili cannoni gialli, è una delle chiavi del successo di questa “multinazionale tascabile” fondata appena nel 1990 da tre tecnici degli impianti di risalita altoatesini, Georg Eisath, Walter Rieder, Erich Gummerer (attuale proprietario e amministratore delegato).

Dopo Cortina 2021, TechnoAlpin ha realizzato impianti per le Olimpiadi di Pechino nel 2022, per i Mondiali di sci ii Francia nel 2023 ed è fornitore dei Mondiali di sci del 2025 a Saalbach, in Austria.

«La partecipazione a grandi eventi sportivi rappresenta una sfida logistica e tecnica notevole, soprattutto per i tempi ristretti di installazione e le elevate esigenze qualitative – spiega Susanne Ogriseg, responsabile del marketing - e ogni evento di rilievo contribuisce a rafforzare la reputazione del marchio a livello globale. Di conseguenza, questi progetti hanno sicuramente giocato un ruolo chiave nel consolidare il successo internazionale dell’azienda».

In realtà quella di TechnoAlpin è stata una scelta precisa: andare oltre il tradizionale e pure ricco mercato del Trentino Alto Adige per trovare nuovi mercati. La parola chiave è stata internazionalizzazione.

Nel 2024 l’azienda ha fatturato 222,4 milioni (183 milioni nel 2023, 132 milioni nel 2022), e la percentuale dell’export sul fatturato si attesta tra il 75 e l’80 per cento. Dei 700 dipendenti, 300 lavorano nelle 15 sedi estere.

«Il mercato principale resta il territorio alpino – precisa Susanne Ogriseg – ma negli ultimi anni TechnoAlpin ha rafforzato significativamente la propria presenza anche in paesi extraeuropei strategici come la Cina e gli Stati Uniti. L’azienda è attiva in oltre 50 nazioni in tutto il mondo».

E nemmeno la tagliola dei nuovi dazi Usa sembra preoccupare troppo: «Non prevediamo ripercussioni significative. Siamo convinti che la qualità e la superiorità tecnologica dei nostri impianti continueranno a renderli competitivi».

Ma c’è un altro fattore che ha determinato la crescita dell’azienda ed è il cambiamento climatico. Il tema non è solo e non è tanto la quantità di neve naturale nelle stazioni sciistiche, con il progressivo innalzamento di quota, ma l’incertezza delle precipitazioni e quindi la programmabilità della stagione.

Georg Eisath (oggi gestore degli impianti di Carezza) ricorda ancora quando si aggiustavano le piste «con una carriola di neve», fino agli anni ’80. Ora non è più possibile, né in termini di quantità dell’innevamento né in termini di qualità delle piste. «Dopo la dimensione, i principali criteri di scelta di una stazione sciistica sono l’innevamento garantito e la qualità delle piste- dice Ogriseg - e gli investimenti mirano a garantire certezza e programmabilità della neve».

E per stare al passo è necessaria una continua innovazione. Ogni anno TechnoAlpin investe circa 8 milioni in Ricerca e Sviluppo. L’azienda detiene 28 brevetti di base, ma in totale sono stati depositati 115 brevetti, di cui il 52% mirati direttamente a una maggiore sostenibilità. Ambientale ma anche di gestione, dei costi energetici. «Ad esempio – spiega Susanne Ogriseg - innovazioni come le nuove teste lancia riducono il consumo energetico fino al 70%, o i generatori a ventola che producono il 15% in più di neve a parità di consumo».

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