Demus, torrefazione pilota per sapere tutto del caffè
L’azienda triestina specialista nella decaffeinizzazione vuole offrire un servizio ulteriore ai clienti.
L’ad Fabian: «Non venderemo miscele tostate, vogliamo capire come si comporta il prodotto». Un milione di investimento nell’ampliamento della sede di via Caboto

Una torrefazione pilota, non per entrare nel mercato del caffè tostato, ma per offrire un’assistenza completa al cliente. È la novità che ha trovato spazio nella sede appena rinnovata in via Caboto, a Trieste, da Demus, azienda specializzata nella decaffeinizzazione e deceratura del caffè verde e nella produzione di caffeina naturale grezza.
La società, che nel 2024 ha superato i 10 milioni di euro di fatturato, ha investito circa un milione di euro nell’ampliamento della struttura. I lavori hanno previsto anche l’installazione di un magazzino automatizzato, accanto a quello tradizionale, la realizzazione di una sala polifunzionale, per riunioni e corsi, e di una sala assaggi, «visto che al nostro interno abbiamo tre Q-grader, assaggiatori specializzati per l’Arabica», spiega Massimiliano Fabian, presidente e amministratore delegato dell’azienda, nonché tra coloro che hanno ottenuto la prestigiosa certificazione professionale.
L’obiettivo della sala assaggi è il medesimo della torrefazione pilota: garantire, cioè, il massimo livello di cura del prodotto, «in entrata e in uscita». «Non venderemo caffè tostato, ma vogliamo studiare e capire come si comporta il prodotto, per poter assistere i nostri clienti nel miglior modo», puntualizza Fabian.
Demus è una delle pochissime aziende specializzate nella decaffeinizzazione: se ne contano tre in Italia, cinque in tutta Europa (accanto alle italiane, due grandi aziende tedesche). Oltre al decaffeinato, l’azienda triestina produce anche caffè decerato, ovvero privo di sostanze irritanti per la mucosa gastrica. La caffeina estratta torna utile alle industrie farmaceutiche, cosmetiche e alimentari, a cui Demus vende il prodotto.
Il business è in crescita, con una marginalità lorda del 15%. «Trainati da una buona domanda e anche dai prezzi del caffè in salita, nel 2024 abbia registrato un aumento dei ricavi di poco superiori ai 10 milioni. Mi aspetto un ulteriore incremento tra il 2024 e 2025, mantenendo un Ebitda positivo», prevede Fabian.
«Siamo una piccola industria innovativa società benefit: per sopravvivere dobbiamo investire in modo importante in ricerca e sviluppo e in capacità produttiva, per servire bene i nostri clienti. Avere un Ebitda positivo ci permette pure di finanziare gli sviluppi futuri dell’azienda».
La società ha investito anche nel personale, che oggi conta una trentina di addetti. Dal 2019 al 2023 c’è stato un incremento di 17 unità, legato anche all’incorporazione a fine 2019 delle società Demus Lab e Dna Analytica. L’azienda opera, infatti, anche come laboratorio accreditato per analisi fisico-chimiche e genetiche sul caffè. Nei piani c’è anche un aumento della capacità produttiva.
«Continuiamo a investire in maniera importante nella digitalizzazione, nei sistemi di certificazione e nell’efficientamento energetico e stiamo preparando già a partire dal 2025 un investimento finalizzato allo sviluppo della capacità produttiva, valutando l’incremento delle linee», anticipa Fabian.
L’attenzione è sempre rivolta ai prezzi del caffè: oggi si viaggia tra i 280 e i 320 centesimi per libbra per la qualità Arabica e tra i 3.500 e 3.900 per la Robusta. «Siamo sotto i massimi di qualche tempo fa, ma il prezzo sta ritornando un po’ su. Il rischio di un mercato così alto è che ci sia fatica nel finanziarlo da parte degli operatori di settore», fa notare l’ad.
La situazione resta dinamica, anche a causa dei diversi fattori che continuano a influenzare l’andamento del mercato del caffè. «C’è il discorso dei dazi, su cui non c’è chiarezza, e c’è una questione legata al clima in Brasile per il rischio di gelate. Infine, c’è anche un tema di scorte, che nei Paesi di maggior consumo sono relativamente basse e non permettono il cosiddetto buffer stock, ovvero non riescono a fare da ammortizzatore in caso di calo dell’offerta. Sono tutte dinamiche tese, che comportano elevata volatilità – conclude Fabian – e in cui gioca un ruolo importante anche la speculazione finanziaria».
Riproduzione riservata © il Nord Est