Stevanato, trimestre record: fatturato in ascesa del 9%

Il gruppo veneto supera con due anni d’anticipo gli obiettivi 2027 per i prodotti ad alto valore. «La strategia industriale sta dando frutti concreti. Confermate le previsioni fino a 1,19 miliardi»

Roberta Paolini

 

È una trimestrale che segna un nuovo punto di svolta per Stevanato Group. Il gruppo veneto, quotato a Wall Street e leader mondiale nel packaging farmaceutico e nei sistemi per la somministrazione di farmaci, cresce ancora e mette a segno risultati che vanno ben oltre le attese.

«Abbiamo fatto una crescita a livello di gruppo che è un nostro record, pari al 9% a 303,2 milioni di euro (circa 840 milioni nei nove mesi ndr.), e se fosse stato a tassi di cambio costanti avremmo raggiunto il 12%», esordisce Franco Stevanato, presidente esecutivo del gruppo. «Si tratta quindi di una crescita a doppia cifra, ma soprattutto di un progresso qualitativo: la vendita di prodotti ad alto valore aggiunto ha toccato il 49% del nostro fatturato globale, il livello più alto nella storia della società».

Un traguardo che arriva in anticipo di quasi due anni rispetto al piano industriale: «Quando nel 2023 abbiamo tenuto il Capital Market Day a New York, avevamo indicato come target per il 2027 una quota compresa tra il 40 e il 45%. Oggi siamo già nella fascia alta, e persino oltre le aspettative. È un risultato che ci rende orgogliosi, perché conferma che la direzione strategica è quella giusta».

Dietro i numeri, osserva Stevanato, c’è l’esecuzione industriale di una visione costruita nel tempo. «Il motivo per cui enfatizzo questo dato è che dietro ci sono i nuovi prodotti che stiamo realizzando nei nostri stabilimenti di Piombino Dese, di Latina e di Fishers, negli Stati Uniti. La strategia di costruire impianti estremamente moderni e automatizzati per la produzione di componenti sterili si sta traducendo in risultati concreti. È la prova che l’investimento nella capacità produttiva, nella tecnologia e nel capitale umano genera valore strutturale».

A trainare il gruppo è soprattutto la divisione Bds (Biopharmaceutical and Diagnostic Solutions), la più grande, che registra un incremento del 14%, «che a tassi costanti sarebbe del 17%», precisa Stevanato. «Una crescita che ha spinto anche l’utile, nonostante l’impatto negativo delle tariffe e del forex, che abbiamo comunque assorbito. Confermiamo le linee guida per l’anno e manteniamo la prua nella direzione comunicata a inizio esercizio».

Sul fronte industriale, Stevanato Group procede con un piano di investimenti “di scala globale”, articolato in tre poli: «A Latina stiamo raddoppiando la capacità produttiva con nuove linee ad alta velocità per siringhe e carapule sterili. In Germania stiamo ampliando una clean room da 3.000 metri quadrati per produrre autoiniettori, mentre negli Stati Uniti, a Fishers, stiamo costruendo un grande campus industriale con un investimento da mezzo miliardo di dollari per flaconi e sistemi sterili, che sarà a regime nel 2028».

La pipeline degli investimenti è sostenuta da contratti pluriennali con i principali player del pharma globale: «I nostri clienti hanno pipeline molto forti di nuove molecole, in larga parte iniettabili, e ci stanno chiedendo di costruire capacità produttiva in Europa e America per assicurare continuità di fornitura per i prossimi 10-20 anni», osserva Stevanato.

Sul futuro del settore, Stevanato mantiene una visione di lungo periodo: «Il comparto biologico cresce a tassi high single digit o low double digit, a seconda della molecola. Oggi circa il 65-68% delle nuove molecole in fase 2 o 3 avrà una somministrazione iniettabile: siringhe, carapule e dispositivi per la self-administration. Parliamo di miliardi di dosi in più nei prossimi anni».

Le prospettive restano positive anche per il prossimo esercizio. «Confermiamo le guidance 2025, con ricavi tra 1,16 e 1,19 miliardi di euro e un Ebitda compreso fra 288 e 302 milioni», precisa il presidente.

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