Stevanato, ricavi a 256 milioni: «Pronti ai dazi di Trump»
Nel primo trimestre il fatturato è aumentato del 9% rispetto al 2023. L’Ad: «Costituita una task force interna per affrontare le misure americane»

«Per noi questo primo trimestre 2025 è un’ottima partenza, un periodo che si conclude sopra le attese e che ci assicura una buona visuale per tutto il 2025, grazie ad ordini positivi e alla progressione produttiva sia del nuovo stabilimento italiano di Latina che di quello statunitense di Fishers in Indiana».
A dirlo l’amministratore delegato e presidente di Stevanato group, Franco Stevanato, che ha presentato ieri agli analisti e alla stampa un primo trimestre 2025 con un fatturato aumentato del 9% a quota 256,6 milioni di euro in cui le soluzioni ad alto valore aggiunto hanno rappresentato il 43% del totale.
Bene l’Ebitda margin, il rapporto tra il margine operativo lordo e il fatturato, che si attesta al 22%, in crescita dell’1% rispetto al primo trimestre 2024 e bene pure le previsioni per fine 2025 in termini sia di ebitda, atteso in una forbice tra i 288,5 e 301,8 milioni, sia l’utile diluito rettificato per azione che si prevede tra gli 0,50 e gli 0,54 euro per azione.
Al 31 marzo 2025, la società disponeva di liquidità e mezzi equivalenti per 90,7 milioni di euro e un indebitamento netto di 300,2 milioni di euro. Liquidità ritenuta sufficiente a finanziare le priorità strategiche del gruppo per tutto il 2025 pure a fronte di spese in conto capitale pari a 69,7 milioni, nel primo trimestre dell’anno in corso, destinate ad aumentare la capacità produttiva sia di Fishers che di Latina in risposta alle esigenze dei clienti.
«Sia lo stabilimento di Latina che quello di Fishers in Indiana ci stanno danno ottime soddisfazioni» continua Stevanato. «Si tratta in entrambi i casi di investimenti strategici per lo sviluppo del fatturato futuro del gruppo. Fishers, che ha una superficie superiore a 52 mila metri quadri, e pure Latina, che si estende per circa 65 mila metri quadri, stanno ampliando la propria capacità produttiva per fare fronte alle richieste di un mercato che dopo un 2024 di volatilità sta registrando un fenomeno complessivo di attenuazione del destocking che conferma ulteriormente la nostra fiducia nel buon andamento del 2025».
La multinazionale, leader mondiale nella fornitura di soluzioni per il contenimento, la somministrazione e la diagnostica dei farmaci per i settori farmaceutico, biotecnologico e delle scienze della vita, è preparata anche per gli annunciati dazi al settore farmaceutico che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dato per certi entro un paio di settimane. «Abbiamo costituito una task force interna al gruppo per affrontare questa questione» assicura Stevanato, «un gruppo di lavoro che si occupa da una parte di relazionarsi con i clienti per ritoccare i prezzi in conseguenza degli aumenti tariffari e dall’altra di riprogrammare la produzione nei nostri stabilimenti nel mondo così da ridurre il più possibile l’impatto delle nuove tariffe sul nostro business. Lo stesso facciamo con i nostri fornitori validati. Da sempre abbiamo una politica di diversificazione delle forniture che ci mette al riparo dai rischi più disparati e anche in questo caso saremo in grado di mitigare gli impatti delle nuove politiche tariffarie nei confronti di clienti con cui il dialogo è aperto».
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