Si raffredda il dossier Marcolin: Safilo abbandona la partita

Si complica la cessione di Marcolin. Safilo, uno dei principali player del settore dell'occhialeria, si sarebbe ritirata dalla corsa per l'acquisizione del gruppo dell'occhialeria di Longarone. E non sarebbero i soli. Kering Eyewear avrebbe abbandonato il tavolo e EssiLux sarebbe lontanissima. Da quel che risulta Hal Investments con Safilo avrebbero intrattenuto serie interlocuzioni con Pai Partners, fondo di private equity che controlla l’83% di Marcolin. Dialoghi che poi sarebbero sfociati in una prima offerta sulla quale tuttavia non si è arrivati ad un accordo.
Pai Partners, che ha acquisito Marcolin nel 2012, vorrebbe trattare la vendita del gruppo guidato da Fabrizio Curci per un prezzo di 1,3 miliardi di euro. Una cifra considerata eccessiva dai diversi attori che finora hanno preso in mano il dossier. Ma una cifra sulla quale, a quanto risulta, il fondo sarebbe inamovibile.
Secondo fonti finanziarie, Safilo sarebbe stata l'unica società industriale a presentare un'offerta concreta.
La decisione di ritirarsi segue un processo di vendita che avrebbe visto, come detto, la partecipazione di diversi colossi del settore, tra cui EssilorLuxottica e Kering Eyewear, oltre a due importanti attori finanziari come VSP Global (vale a dire Marchon) e il fondo di private equity di Hong Kong Fountain Vest. Tuttavia, la maggior parte dei potenziali acquirenti avrebbero abbandonato la trattativa, principalmente a causa del prezzo elevato richiesto da Pai Partners.
Marcolin, con un fatturato di 558 milioni di euro ha nel suo portafoglio marchi come Zegna, Tod’s, Guess, Max Mara e Pucci, e possiede anche la licenza perpetua per le montature Tom Ford, un asset molto appetibile sul mercato. Nonostante ciò, gli 1,3 miliardi di euro richiesti risultano difficili da giustificare, specialmente in un periodo in cui i multipli del settore hanno subito una contrazione.
In una recente intervista pubblicata sul nostro giornale, l’ad di Safilo Angelo Trocchia non ha smentito l'interesse per Marcolin, definendola «una bella azienda». Tuttavia, l'offerta del ticket Hal-Safilo sarebbe stata al di sotto di quelle che erano i desideri del fondo guidato in Italia da Raffaele Vitale. Con un fatturato che punta a raggiungere 1,3 miliardi di euro entro il 2027, Safilo continuerà a perseguire altre opportunità di crescita e consolidamento nel settore dell'occhialeria. Il ritiro dalla trattativa per Marcolin non altera la strategia di Safilo, che rimane focalizzata sulla crescita organica e sulle acquisizioni strategiche che possano rafforzare il suo portafoglio e la sua posizione di mercato. Con Safilo fuori dai giochi, la gara per Marcolin resta aperta, con l'americana Marchon e il fondo cinese Fountain Vest che sarebbero rimasti in lizza.
La scorsa estate, Pai Partners aveva incaricato Goldman Sachs di sondare il mercato per trovare acquirenti potenziali. Il dossier è finito sulle scrivanie di vari colossi del lusso e dell'occhialeria, ma alla fine, a causa della valutazione troppo alta, nessuno ha avanzato un'offerta definitiva.
Marcolin ha chiuso il bilancio 2023 con vendite nette per 558,3 milioni, in crescita del 2 per cento rispetto al 2022, un margine operativo lordo (ebitda) adjusted pari a 78,1 milioni e un utile netto a 10,2 milioni. I ricavi del primo trimestre sono calati del 4,4% a 145,6 milioni di euro, ma i margini rimangono robusti. Nel 2024 sono stati siglati nuovi accordi di licenza esclusivi con Christian Louboutin e K-Way: entrambi debutteranno a inizio 2025. Pai Partners potrebbe quindi decidere di posticipare la vendita a tempi migliori, aspettando una fase di mercato più favorevole. Marcolin contattata non ha voluto rilasciare commenti. —
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