Scocchia: porterò illycaffè in Borsa e vogliamo crescere in Stati Uniti e Cina

Il nuovo ceo dell’azienda triestina: nel piano industriale il raddoppio delle vendite nell’e-commerce e il rafforzamento del business nella grande distribuzione

Piercarlo Fiumanò
Il nuovo ceo dell’azienda triestina
Il nuovo ceo dell’azienda triestina

TRIESTE. Cristina Scocchia è dal primo gennaio il nuovo amministratore delegato di Illycaffè al posto di Massimiliano Pogliani. Ligure (è originaria di Sanremo) la nuova Ceo ha il compito di traghettare l’impresa familiare triestina, presieduta da Andrea Illy, verso la Borsa. Cristina Scocchia avrà l’ufficio a Milano ma si sposterà spesso a Trieste dove come nella sua Liguria può sentire «il vento e l’aria del mare». É anche membro del cda del colosso degli occhiali EssilorLuxottica e della stessa illycaffè da tre anni.

Lei arriva a Trieste con il mandato di avviare un nuovo ciclo espansivo dell’azienda. Può spiegare le sue strategie?

«A fine marzo presenterò al cda il nuovo piano industriale per i prossimi cinque anni. Vogliamo rafforzare la nostra presenza storica nel canale horeca (hotel, ristoranti, bar). Ma soprattutto puntiamo a sviluppare l’espansione nel canale della grande distribuzione. Durante i lockdown infatti le vendite di prodotti per il consumo domestico in casa (dalle capsule alle cialde) sono molto cresciute dopo l’introduzione dello smart-working. Vogliamo sviluppare ulteriormente la trasformazione digitale dove prevediamo il raddoppio dei ricavi dell’e-commerce, che oggi vale il 15% del business, a quota 140-150 milioni».

Su quali mercati volete rafforzarvi?

«Illycaffè vuole crescere ancora in Italia e in Europa. Sui mercati esteri la nostra grande scommessa è quella di raddoppiare le vendite in Cina e negli Stati Uniti. Il piano strategico approfondisce molto bene le tappe dell’espansione negli Stati Uniti, grazie anche alle competenze del socio Rhone Capital, che possono diventare in prospettiva il secondo mercato domestico. Un brand di qualità come il nostro, una delle bandiere del Made in Italy, continua ad avere molto successo oltreoceano».

In marzo presenterete i dati del bilancio 2021. La tempesta è passata?

«Lo scorso anno illycaffè ha registrato un ritorno alla crescita, come dimostrano i dati che presenteremo in cda a fine marzo, dopo un 2020 funestato dalla pandemia e dai lockdown che è stato difficile per tutti».

Lei ha ricevuto un mandato per portare illycaffè in Borsa. Quali sono i tempi?

«La mia missione è quella di portare alla quotazione una grande azienda italiana di eccellenza. Il piano industriale è costruito su questo scopo. In questo tipo di operazioni sono tante le variabili esogene in campo: dal contesto macroeconomico all’andamento dei mercati in generale. Per questo è prematuro pronunciarsi sui tempi: sono scelte strategiche la cui elaborazione potrebbe richiedere mesi».

Il sistema Illy, grazie all’alleanza con la tedesca Jab, ha prodotto per la prima volta le capsule in alluminio, compatibili con il sistema Nespresso. I consumi sono cambiati?

«L’accordo con Jab resta strategico e continueremo a crescere su obiettivi di medio e lungo termine. La pandemia ha cambiato i consumi del caffè che si sono spostati dal canale horeca alla grande distribuzione anche in seguito all’introduzione dello smart working. Non si tornerà facilmente indietro. La casa è diventato il luogo principale dei consumi, dall’Italia agli Stati Uniti. É un mondo che conosco bene professionalmente avendo lavorato per vent’anni in Procter & Gamble e l'Orèal».

La preoccupa l’aumento del prezzo della materie prime?

«Nel 2020 una libbra di caffè costava 1,10 euro. Oggi è più che raddoppiata a 2,5 euro. Ma è solo un esempio perchè stiamo assistendo ad aumenti per tutte le materie prime con cui tutte le aziende dovranno fare i conti. Situazione aggravata dalle attuali tensioni geopolitiche. Ci aiuta il modello di agricoltura virtuosa creato da Illycaffè. La sostenibilità ambientale e sociale fa parte del nostro dna».

Quali investimenti sono previsti a Trieste dove avete da poco poco ultimato il collaudo di un nuovo impianto di trattamento del caffè verde crudo?

«Non posso anticipare nel dettaglio i contenuti del piano. Per noi Trieste resta la casa madre e qui abbiamo cuore e radici molto solide che vogliamo mantenere».

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