René Caovilla, il mago delle scarpe gioiello, resiste ai francesi e vara una nuova organizzazione dell’azienda
Il creatore delle Cleo, un sandalo inventato da lui: tacco alto, la fattura di un gioiello, un cinturino che si attorciglia alla caviglia come il tipico bracciale a serpente romano, è orgogliosamente veneto e vuole tenersi la sua indipendenza. Con l’uscita del figlio Edoardo dal governo societario ora un nuovo ceo esterno

Le sue scarpe a serpente che avvolgono la caviglia sono il marchio del made in Venice forse più famoso del mondo della calzatura. Un gioiello prima che una scarpa, che cerca di restare indipendente, in un mondo dominato dai francesi, anche nella sua Riviera del Brenta, il luogo in cui è nato. Parliamo di Caovilla. Anzi Caovillà, per via del nome francese René.
Ma il mago delle Cleo, un sandalo inventato da lui: tacco alto, la fattura di un gioiello, un cinturino che si attorciglia alla caviglia come il tipico bracciale a serpente romano, è orgogliosamente veneto. “La sua famiglia proveniva da origini modeste nella Riviera del Brenta, un'area 20 miglia a ovest del centro di Venezia nota sia per le sue vaste ville di epoca rinascimentale che, dall'inizio del XX secolo, per la sua produzione di calzature di alta gamma” ricorda il New York Times in un articolo. Il padre, Edoardo, ha avviato la propria azienda nel 1934 nella frazione di Fiesso d’Artico, realizzando mocassini e décolleté eleganti per la borghesia italiana. Negli anni Cinquanta René subentrò, coltivando il jet set emergente e producendo estrose scarpe da sera per Valentino Garavani e, più tardi, John Galliano quando era alla direzione creativa di Dior e per Karl Lagerfeld alla direzione di Chanel.

«Ho avuto molte proposte interessanti in questi anni ma, con tutto il rispetto per i gruppi del lusso, vorrei poter conservare la mia autonomia. Per questo ho previsto che nella successione ci sia un patto di famiglia ma ho anche predisposto che l'azienda dovrà sempre essere gestita da un amministratore delegato esterno, che possa essere giudicato in base al suo operato e ai suoi risultati» ha detto in un articolo uscito su Mff.
Il cambio di rotta parte dalla nomina di un nuovo consiglio dopo l’uscita dall’azienda del figlio Edoardo, lo stesso nome del nonno fondatore dell’azienda, che era direttore creativo e ceo ed era entrato nel 2011. Il tutto passando per la riorganizzazione della distribuzione e un refresh dello stile grazie all'apporto di un consulente esterno. «Il 2020 è stato un anno complesso ma durante il quale abbiamo mantenuto il nostro fatturato (pari a circa 26 milioni di euro)», ha spiegato a MFF Caovilla. «Dopo che mio figlio ha deciso di dedicarsi ad altre attività, abbiamo nominato un nuovo consiglio di amministrazione composto da me e da altri quattro membri, che condividono con l'azienda valori come la passione, l'umiltà, lo spirito di collaborazione e di sacrificio. Abbiamo anche riorganizzato l'ufficio stile», ha proseguito, «allargando e rinnovando l'offerta di prodotto con categorie, come le friulane o i biker reinterpretati secondo il nostro Dna, per completare l'assortimento delle boutique di tutto il mondo».
La situazione di oggi ha inoltre portato a riflettere profondamente sul modello distributivo
e sull’espansione commerciale. In quest’ottica, al fianco di importanti nuove aperture retail - da Hong Kong a Dubai fino ad all’ultima di Miami nel novembre 2020 - e alla ristrutturazione delle Boutique di Venezia e Parigi secondo un nuovo store concept, il brand ha stretto nuovi accordi di distribuzione selettiva sul mercato Wholesale ed ha sviluppato nuovi canali digitali, in particolare il
nuovo sito di e-commerce, l’apertura del flaghship store sulla piattaforma Cinese di TMall
e l’avvio di collaborazioni di e-concession con importanti player di mercato.
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