Philippe Model (21 Investimenti) dopo le sneakers il marchio debutta nell’abbigliamento

Il marchio, che dal 2008 produce le sue sneakers di lusso a Vigonovo, debutta la prima settimana di marzo con la sua prima capsule di abbigliamento: 40 capi gender fluid. Parole d’ordine: qualità, prezzi contenuti e knowhow italiano 

La redazione

VENEZIA. All’inizio c’erano solo le sneakers, prodotto di punta del marchio italo-francese Philippe Model, che dal 2008 produce le sue scarpe in Veneto, a Vigonovo, e dal 2016 è controllato dal Fondo 21 Invest di Alessandro Benetton. Ora, alle scarpe (e borse) si affianca la prima collezione di abbigliamento completa. Il sapore è lo stesso che ha ispirato le amate sneakers di fascia alta (il costo si aggira intorno ai 300 euro). Un mix tra gusto francese e knowhow italiano. 

A spiegare la scelta dello sbarco, non banale, nell’abbigliamento è Robert Martin Kimberger, global sales director del brand, che a Milano Finanza ha detto: «La richiesta è partita dal mercato stesso, per crescere rimanendo in linea con la nostra identità. Ci sentiamo pronti per proporre un concetto di lifestyle, vogliamo trasportare lo sporty che va bene per il lavoro, per il tempo libero: essere trasversali con una vestibilità che ti fa stare bene in occasioni diverse».

Qualità, ricerca e prezzo democratico sono i punti cardine del nuovo progetto che mira, assieme a scarpe, stivali e borse, a offrire un total look fatto da capi comodi e fruibili, tendenzialmente gender fluid, minimalisti, curati nei dettagli, realizzati per lo più in fibre naturali e ispirati allo street wear contemporaneo.

Presentata a Milano moda donna, la prima capsule di prêt-à-porter dedicata alla primavera-estate 2022 – nei negozi dalla prima settimana di marzo – conta su 40 capi tra cui T-shirt, felpe, pants e una military jacket. 

Sarà distribuita nei negozi diretti, in doors wholesale e sull'e-commerce che recentemente è stato rinnovato e che oggi pesa circa il 10/11% del fatturato. 

Il 60% dei ricavi è realizzato sui mercati internazionali: tra Francia, Austria, Germania, Svizzera e Benelux, ma anche in Usa, dove nel 21/22 le vendite sono raddoppiate, come pure in crescita sono Cina, Australia e Nuova Zelanda.

Nel 2021 il fatturato – ha fatto sapere ancora a MF Kimberger – è cresciuto a due cifre (all’epoca dell’acquisizione di 21 Invest l’azienda fatturava circa 100 milioni di euro), nel 2022 punta a superare i livelli 2019.  

Alessandro Benetton, fondatore di 21 Investimenti
Alessandro Benetton, fondatore di 21 Investimenti

La distribuzione conta su due monobrand, uno a Parigi e uno a Milano, che entro l’estate dovrebbero diventare tre grazie alla previsione di aprirne uno in franchising in Corea. A questi si aggiungono 850 multibrand, 300 dei quali in Italia.

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