Electrolux, crescono utile e vendite grazie al traino del Nord America
Nel secondo trimestre il gruppo, che ha importanti stabilimenti nel Nord Est, tra Susegana in Veneto e Porcia in Friuli Venezia Giulia, ha registrato performance superiori al mercato. Negli Usa tiene la produzione dei frigo

Electrolux sfida la crisi dell’elettrodomestico (minaccia di dazi compresi) a testa alta.
Nel secondo trimestre di quest’anno la multinazionale svedese ha incrementato il suo utile netto che è stato di 178 milioni di corone, pari a 15,8 milioni di euro a fronte di una perdita di 80 milioni di corone (7,1 milioni di euro) registrata nell’anno precedente.
L’utile per azione si è posizionato a 0,66 corone, rispetto a una perdita per azione di 0,30 corone dell’anno precedente. Il fatturato netto è di 31,276 miliardi di corone, pari a 2,76 miliardi di euro, in calo rispetto ai 33,819 miliardi di corone dell’anno precedente (2,99 miliardi di euro), ma con un aumento organico delle vendite dell’1,8%, trainato dalla crescita in Nord America e America Latina, parzialmente compensata da un leggero calo in Europa, Asia-Pacifico, Medio Oriente e Africa.
Quindi, secondo la trimestrale resa nota da Stoccolma, l’utile operativo è migliorato a 797 milioni di corone da 419 milioni, corrispondente a un margine operativo del 2,5%, in aumento rispetto all’1,2% precedente, trainato principalmente da un miglioramento in Nord America. Dove la domanda di mercato è diminuita leggermente nel trimestre, ma Electrolux ha continuato a registrare performance superiori al mercato.
Proprio negli Stati Uniti il gigante del freddo ha tenuto, forse anche per merito della produzione interna di eldom, in particolare di frigo, l’elettrodomestico che ancora tira (come peraltro in Italia, in particolare nella trevigiana Susegana).
L’utile operativo del Gruppo ha incluso un effetto positivo di 180 milioni di corone svedesi derivante dalla dismissione del portafoglio marchi Kelvinator in India. «Nel trimestre – ha dichiarato il presidente e ceo del gruppo, Yannick Fierling – la crescita delle vendite è stata leggermente positiva (1,8%), trainata appunto dal Nord America e dall’America Latina. L’area di business Europa, Asia-Pacifico, Medio Oriente e Africa ha registrato un leggero calo delle vendite organiche, con un andamento negativo dei prezzi. In Europa, i nostri marchi principali hanno continuato a registrare performance superiori al mercato, mentre la domanda generale del mercato ha subito un lieve calo a causa dell’aumento della pressione competitiva e della domanda di sostituzione».
Sia in Europa che in Nord America, i consumatori – assicura Fierling – continuano a orientarsi verso i prezzi più bassi e la domanda ha risentito dell’incertezza dovuta agli sviluppi geopolitici in corso. In America Latina, la domanda dei consumatori è aumentata leggermente. Come previsto, in Brasile la crescita è stata ostacolata dalla pressione inflazionistica e dall’aumento dei tassi di interesse. L’area di business America Latina ha registrato una leggera crescita organica delle vendite.
«Le nostre prospettive di mercato e di business per l’anno in corso rimangono invariate e ribadiamo il nostro obiettivo di compensare gli aumenti dei costi legati alle tariffe in Nord America con aumenti dei prezzi», assicura il ceo. Improntata alla fiducia è anche la valutazione del sindacato.
«È un segnale positivo il miglioramento dell’utile – riconosce Gianluca Fico, segretario generale della Uilm – che conferma quanto l’azienda ci aveva assicurato, in sede nazionale, all’ultimo confronto di coordinamento, prima del vertice al ministero. Questo è molto importante per tutti i lavoratori di Electrolux e per gli italiani. Un altro dato positivo è il fatto che Electrolux performa meglio della concorrenza sul mercato. Certo, la strada è ancora complessa e proprio per questo insistiamo con il Governo per l’apertura del Tavolo degli Elettrodomestici».
Tavolo al quale i sindacati siederanno per chiedere anzitutto di abbassare il costo dell’energia. «Tutta l’impresa trasformatrice dell’Italia deve essere messa in condizione di pagare l’energia alla stregua del miglior concorrente europeo», dice Fico. «Cerchiamo di condizionare qualsiasi beneficio fiscale legato alla ricerca, al rispetto delle normative non solo ambientali ma anche sociali». —
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