Novation Tech, ecco la fabbrica per le supercar in carbonio
Inaugurato un nuovo polo produttivo da 5.700 metri quadrati, a Signoressa di Trevignano. Artigianalità e hi tech per Ferrari, Aston Martin, McLaren

«Dev’essere saldato e sigillato alla perfezione, quel cofano in carbonio: viaggerà a trecento chilometri orari, non può mica aprirsi in corsa». Pezzi più grandi, fabbrica più grande, ambizioni in scala.
Novation Tech ha inaugurato un nuovo polo produttivo da 5.700 metri quadrati, a Signoressa di Trevignano: Luca Businaro, amministratore delegato, fa da cicerone senza dissimulare l’orgoglio della perfezione alla quale punta.
La chiedono i clienti – Ferrari, Aston Martin, McLaren – e qui la si cerca spasmodicamente, unendo artigianalità – le prime fasi di stesura del tessuto di carbonio, tutto a mano – e ricerca spinta, come nella nuova stampante 3D di tecnologia israeliana «che realizza uno stampo in cinquanta ore, quando prima ci potevano servire tre settimane».
Signoressa, vicolo Treviso, cinque minuti di macchina dal quartier generale Novation Tech a Montebelluna: qui l’azienda, eccellenza mondiale nella lavorazione del carbonio per l’automotive (che oggi vale nove decimi del fatturato, superiore ai cento milioni di euro) e l’industria aerospaziale, ha trovato l’orizzonte per accogliere la propria crescita.

Impetuosa, nei numeri: dai 26 milioni di fatturato e 170 collaboratori del 2017 ai 104 milioni di fatturato e i circa 1.400 collaboratori del 2023. Un investimento da 3,5 milioni di euro (pari all’utile del 2022), messo sul piatto per acquistare e rammodernare in maniera radicale lo stabilimento produttivo dismesso che era di un mobilificio.
«Costruirlo ex novo ci sarebbe costato di più – spiega Businaro – e in questo modo non aumentiamo il consumo di suolo, con un occhio alla sostenibilità ambientale anche grazie ai pannelli fotovoltaici installati sulla copertura».
È una crescita vorace ma equilibrata, quella di Novation Tech: la produzione, oltre che a Montebelluna e Trevignano, viene eseguita anche in due stabilimenti in Croazia e Ungheria. «Con la crescita eravamo a saturazione, qui a Montebelluna, così come in Croazia dove ci stiamo guardando attorno per crescere».
E qui, con questo nuovo polo a Signoressa, per quanto siete a posto? «Forse due anni, in un certo senso siamo già stretti, guardiamo già oltre».
Non si tratta solo di aggiungere pezzi, blocchi, quanto piuttosto di completare una filiera: Novation Tech oggi punta a produrre pezzi sempre più grandi, come accennato prima – è nata nello Sportsystem, con gli scarponi da sci, è cresciuta nella componentistica per l’occhialeria – per i grossi nomi dell’automotive, e il prossimo step è la loro verniciatura.

«Oggi non si realizzano più solo parti di cruscotti, facciamo paraurti, cofani, alettoni interi». Dalla A alla Z: arriva la materia prima, viene modellata a mano, lavorata, essiccata nei forni, rifinita, lucidata, controllata in maniera maniacale, «tutti i pezzi, non a campione».
Qui a Signoressa oggi lavorano in 140: 40 trasferiti da Montebelluna per formare i cento nuovi arrivati. Oltre la metà sono donne, un piccolo gruppetto anche fuoriuscite dalla storica Tessitura Monti di Maserada: «Non fosse stato per la distanza, sarebbero di più», dice Businaro.
C’è anche Claus Henrik Stenbaek, presidente del consiglio di amministrazione di Novation Tech che dal 2017 fa capo al fondo inglese Keyhaven Capital Partners: «A partire dal 2017, abbiamo sostenuto Luca e il management nel loro percorso, credendo nel know-how e nelle tecnologie che già allora caratterizzavano Novation Tech – ha detto ieri Stenbaek – Gli investimenti effettuati nel corso degli anni dimostrano la capacità di innovazione e crescita delle nostre persone e del territorio. In soli cinque anni, siamo passati da poche centinaia di dipendenti a circa 1.400, quintuplicando contemporaneamente il fatturato e posizionando l’azienda come uno dei leader indiscussi nel mercato».
Artigianato manuale e hi-tech: a Trevignano sono stati installati quattro sistemi robotici per diverse fasi produttive (incollaggio di precisione, carteggiatura e lucidatura) e specifici per la movimentazione di grandi pezzi di carrozzeria, pesanti e difficili da lavorare, oltre a una nuova linea di verniciatura automatizzata.

Per il taglio del nastro ci sono anche Leopoldo Destro, presidente di Confindustria Veneto Est; Stefano Barrese, responsabile della divisione banca dei territori di Intesa Sanpaolo; Elena Donazzan, assessore regionale. «Innovazione, digitalizzazione, sostenibilità e alto di gamma: questo il modo di fare impresa che vince», hanno detto.
«Le imprese di questo territorio sono fortemente orientate allo sviluppo digitale e sostenibile, aumentano la propria consapevolezza rispetto ai temi Esg e stanno affiancando un’alta componente robotica all’insostituibile lavoro delle persone, che resta cruciale per le attività più importanti – ha sottolineato Barrese – Grazie alla nostra rete di gestori possiamo supportare la transizione ecologica delle nostre Pmi clienti, che nel Nord Est sono più di 207 mila e alle quali abbiamo erogato oltre 750 milioni di euro per investimenti in sostenibilità ed economia circolare».
Riproduzione riservata © il Nord Est