Normativa sulla deforestazione, le imprese Fvg plaudono al rinvio deciso dalla Ue

Dopo un primo slittamento, arriva un nuovo rinvio per l’entrata in vigore della norma Ue sulla deforestazione (Eudr)

La redazione

 

Slitta ancora l’entrata in vigore della normativa europea anti-deforestazione (Eudr). Dopo un primo rinvio, la commissione europea ha deciso per un ulteriore slittamento di un anno: scelta che fa tirare un sospiro di sollievo alle imprese del legno-arredo Fvg – settore che conta su circa 1.700 imprese attive, quasi 20 mila addetti e un fatturato complessivo di oltre 4,8 miliardi – per le quali l’entrata in vigore del regolamento (prevista, ante rinvio, per il 31 dicembre 2025) comportava una serie di complicazioni e oneri amministrativi da gestire. Questioni a più riprese segnalate dalle associazioni di categoria, in ultimo proprio nei giorni scorsi, quando una nutrita delegazione – composta dal ministro dell’Agricoltura, Lollobrigida, Francesco Lollobrigida, da Claudio Feltrin, presidente di Federlegno, Alessandra Stefani, presidente del cluster Arredo nazionale, e dal presidente regionale del Cluster Fvg e di Efic, Edi Snaidero – è partita alla volta di Bruxelles.

«Nessuno mette in discussione le finalità del regolamento europeo – è il primo commento di Snaidero – , ma la sua visione e attuazione presentano notevoli limiti per quanto riguarda l’applicabilità dei sistemi, le sanzioni, la complessità burocratica. Bene quindi il rinvio, ma ora non va sprecato l’anno concesso: bisogna lavorare fin da subito sulle migliorie e sulle semplificazioni da apportare». «Il principio della sostenibilità è indiscutibile, ma la modalità con cui l’Unione Europea lo sta traducendo in norme rischia di essere devastante» rilancia Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico evidenziando come «il regolamento sulla deforestazione si inserisce in una linea iper regolatoria che ignora la realtà delle filiere produttive. Se applicato senza gradualità, creerebbe un apparato di tracciabilità e vincoli burocratici capace di mettere in ginocchio non solo il comparto legno-arredo, ma anche settori strategici come la soia e la carne».

Dal canto suo il presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia, Pierluigi Zamò, guarda con attenzione alle reazioni extra Vecchio continente: «Il punto critico – afferma – è capire come si muoveranno i Paesi extra Ue: le prime richieste di adeguamento che ci sono arrivate da clienti inglesi lo dimostrano chiaramente. Se altri mercati continueranno a imporre l’applicazione immediata del regolamento, il rinvio europeo rischia di avere effetti limitati».

«Nessuno vuole retrocedere – tiene a precisare il presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo – tuttavia, come in altri casi riferiti alla normativa europea, l’importante è sempre coniugare questi principi con la necessità di salvaguardare la competitività delle nostre imprese. Le quali stanno già affrontando una congiuntura complicata e si misurano con competitor internazionali che, in taluni casi, operano in totale assenza di regole. Prendersi un ulteriore margine di tempo significa aiutare concretamente, soprattutto le Pmi, a raggiungere l’obiettivo». —

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