Nice Footwear, da Vicenza a Padova: vogliamo essere un polo aggregante

Da Vicenza a Padova per inserirsi a pieno in un distretto che offre competenze e filiere produttive a chilometro zero ma anche per iniziare un percorso di aggregazioni che mira a costituire un polo organico della calzatura di qualità di respiro internazionale

Riccardo Sandre
LUCATESSER
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Da Vicenza a Padova per inserirsi a pieno in un distretto che offre competenze e filiere produttive a chilometro zero ma anche per iniziare un percorso di aggregazioni che mira a costituire un polo organico della calzatura di qualità di respiro internazionale.

È questo il percorso che sta intraprendendo Nice Footwear, società attiva nella produzione di calzature sportive (e non) con il cuore operativo oramai saldamente ancorato alla Riviera del Brenta, ma con sede legale nella Milano del fashion e origini nel Vicentino. Un’azienda, quotata all’Euronext Growth Milan, il listino di Borsa Italiana dedicata alle Pmi pronte a spiccare il balzo nel mercato della finanza, che ha chiuso il suo anno fiscale ad aprile 2022 con ricavi di gruppo pari a 32,8 milioni di euro, in crescita del 51% rispetto a 21,8 milioni di euro dello scorso esercizio.

E tuttavia, a poco più di un anno da un’Offerta Pubblica di Iniziale che aveva collocato qualcosa di più del 26% delle quote azionarie sul mercato, Nice Footwear si rende protagonista di un’Opa (Offerta pubblica di acquisto) non ostile da parte del fondo Palladio Holding che mira all’uscita della società dalla Borsa di Milano.

«In un periodo di turbolenze come quello che stiamo vivendo» spiega Bruno Conterno, 48 anni, presidente, Ad e azionista di maggioranza di Nice Company, la holding che controlla al 75% Nice Footwear «crediamo possa essere un vantaggio potere fare affidamento su di un partner finanziariamente solido e paziente, che abbia competenze complementari alle nostre e che possa supportare la società nelle sue strategie di medio termine. Per questo abbiamo deciso di aderire a questa Opa che non riteniamo ostile».

Protagonista di due acquisizioni in rapida successione, la prima giugno 2021 dell’impresa artigiana Favaro Manifattura Calzaturiera con sede a Fossò nella Riviera del Brenta, e a gennaio 2022 del borsificio Emmegì di Maserà, nel Padovano, Nice Footwear si sta inserendo appieno nel distretto della calzatura che unisce, lungo il corso del fiume Brenta, Padova a Venezia.

«Qui possiamo contare su di un sistema di forniture, competenze e formazione unico al mondo» chiarisce l'altro socio di Nice Company, Francesco Torresan, responsabile produzione del gruppo. «Stiamo collaborando con il Politecnico Calzaturiero a cui abbiamo affidato anche una piccola borsa di studio e con l’Università di Padova convinti come siamo che il patrimonio di competenze che questo territorio può vantare sia a tutt’oggi un valore aggiunto importantissimo sui mercati globali della scarpa sportiva come in quella classica e di lusso».

Dopo le tante operazioni di questi ultimi 2 anni anche il prossimo futuro della società si annuncia pieno di sorprese. «Questo appena iniziato è un anno carico di incertezze» conclude Conterno «ma noi cercheremo di dare risposta alle complessità che ci troveremo davanti. Il distretto calzaturiero del Brenta è un sistema unico al mondo, caratterizzato però da una dimensione media aziendale spesso così ridotte da non permettere alle imprese di dispiegare il loro vero potenziale. In questo contesto non è nostra intenzione restare attori passivi tanto più quando dovessimo continuare a registrare la tendenza secondo cui le nostre Pmi vengono assorbite da grandi multinazionali straniere. Il nostro obiettivo è quello di aggregare altre realtà locali per creare un polo locale del lusso così da mantenere vivo il know how di questo territorio. Per questo non escludiamo di potere valutare, anche quest’anno, nuove acquisizioni».

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