L’uomo nello spazio: il nuovo business a Nordest

Il mensile Nordest Economia dedicato all’Aerospace fra Veneto e Fvg un’industria con oltre 1.100 dipendenti
Maurizio Caiaffa

Non è più solo materia per università e laboratori scientifici, in scena sono entrate anche le aziende del territorio con i loro manager. Le distanze si stanno accorciando, fra industria aerospaziale e il tessuto delle imprese del Nordest. È il tema su cui si concentra il nuovo numero del mensile Nordest Economia, in uscita il 20 settembre in allegato con i nostri giornali (Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi, La Nuova di Venezia e Mestre, Il Messaggero Veneto, Il Piccolo).

Il dossier si propone di quantificare le attività produttive in questo settore, le storie aziendali più meritevole di attenzioni e l’intreccio con le ricerche delle università nordestine. Riguardo a quest’ultimo aspetto, che è di maggiore tradizione, è da segnalare il centro ricerche Cisas dell’Università di Padova, una grande struttura attorno alla quale orbitano 50 ricercatori e 90 docenti appartenenti a vari dipartimenti.

Senza dimenticare l’Università di Trieste: proprio in queste settimane è in corso l’esperimento Nutriss, progetto appunto pensato per monitorare l’attività metabolica degli astronauti in condizioni di microgravità. In questo contesto Samatha Cristoforetti sulla Stazione spaziale internazionale si sta sottoponendo a test volti a limitare i danni causati dalla prolungata permanenza nello spazio sul fisico umano.

La svolta vera però è di carattere industriale. Il settore dell’aerospazio, dice l’Ufficio studi di Intesa Sanpaolo, nel Triveneto conta, secondo le statistiche Istat, 63 unità locali e oltre 1.100 addetti, se si considerano sia i produttori di aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi, i player specializzati nelle attività di riparazione e manutenzione e gli operatori attivi nel settore delle telecomunicazioni satellitari.

Il dettaglio regionale evidenzia una maggiore presenza in Veneto (38 unità locali e 764 addetti) e in Friuli Venezia Giulia (18 unità locali e 341 addetti), dove spiccano le province di Venezia e Gorizia, grazie in particolare alla presenza di alcuni stabilimenti del Gruppo Leonardo. In Trentino il settore conta sette unità locali e circa 50 addetti.

È sicuramente un buon inizio, come certifica anche la formazione del distretto veneto-friulano dell’aerospazio: Cosimo è uno dei 13 cluster italiani del distretto dell’aerospazio, non il più grande ma uno dei più recenti, costituito nel 2020 dall’imprenditore trevigiano Federico Zoppas e oggi in piena espansione. Al momento conta 30 Pmi, cinque grandi imprese, quattro università, Fondazione Univeneto e il centro di ricerca t2i, ma sarebbero trecento le aziende venete e friulane che avrebbero i requisiti per entrare.

Anche la casistica delle esperienze aziendali è interessante. Si va dallo stabilimento di Officina Stellare a Sarcedo al centro di design della Dainese a Vicenza, che studia le tute per gli astronauti che andranno su Marte.

Poi c’è la Forgital che produce componentistica per l'industria aerospaziale, satelliti, lanciatori, basi orbitanti. E la Irca di Zoppas Industries, che produce da 30 anni i riscaldatori (flex heaters) utilizzati nel bilanciamento termico dei satelliti, veicoli spaziali, moduli pressurizzati e antenne di terra.

E ancora più a Est la friulana Cimolai, con la sua azienda Technology (che è a Padova). Insomma la Space economy è la nuova frontiera da esplorare per il business di casa nostra. E soltanto l’inizio di un lungo cammino che non può che arricchire sotto il profilo delle competenze tecnologiche il nostro tessuto manifatturiero.

Riproduzione riservata © il Nord Est