Leonardo con gli Emirati: joint venture industriale
L’azienda italiana avrà in mano il 49% del capitale della newco, il gruppo Edge il 51%. Focus sul settore della sensoristica e su quello dell'integrazione di sistemi e piattaforme

La crescente attenzione alla tematica della difesa, alla luce dei numerosi conflitti in giro per il mondo, e la necessità di allargare gli orizzonti delle alleanze internazionali, in un contesto che vede complicarsi i rapporti con alcuni partner storici dell’Europa.
Sono i due elementi da tenere in considerazione per comprendere la nuova mossa di Leonardo in Medio Oriente.
L’ex Finmeccanica ha annunciato che darà vita a una joint venture industriale negli Emirati Arabi Uniti con il gruppo locale Edge.
L’azienda italiana avrà in mano il 49% del capitale, quella emiratina il 51%. L’accordo non giunge a sorpresa, bensì segue l’annuncio di febbraio relativo all’avvio della collaborazione e il memorandum di intesa firmato a giugno.
L'intesa è stata siglata all'Airshow di Dubai, dall'amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, Roberto Cingolani.
Quanto ai contenuti, verranno dettagliati successivamente.
Al momento si sa che verranno prodotte soluzioni proposte da Leonardo, dal settore della sensoristica a quello dell'integrazione di sistemi e alle piattaforme, che saranno oggetto di valutazione tra le due aziende.
«Le attività attualmente oggetto di valutazione prevedono, tra le altre, progettazione, sviluppo, collaudo, industrializzazione e produzione, vendita e leasing, supporto e addestramento per l'intero ciclo di vita per i prodotti della jv negli Emirati Arabi Uniti, i diritti di proprietà intellettuale, nonché la formazione professionale della forza lavoro locale», spiega una nota.
I beni in uscita dagli stabilimenti emiratini saranno commercializzati in loco e, da lì, verso mercati export selezionati.
Solo due giorni fa, sempre nel corso dell’Airshow, il co-general manager business di Leonardo, Carlo Gualdoni, aveva parlato di un «salto di qualità» in vista nel mercato degli Emirati Arabi, grazie ad alleanze locali in grado di far evolvere «in una presenza industriale» quella che da oltre 30 anni è una commerciale.
Con l'accordo firmato ieri, Edge Group e Leonardo «hanno completato la valutazione preliminare delle attività di trasferimento di tecnologia e il potenziale di mercato, definendo altresì i principi generali della governance della joint-venture».
L’intesa segue altri accordi internazionali siglati da Leonardo.
A partire dall’Europa, dove è stata siglata l’intesa con Baykar sui droni, nonché con Thales e Airbus per lo spazio e con Rheinmetall su blindati e carri armati.
La scelta degli Emirati non è casuale, dato che si tratta di un Paese che sulla difesa ha un budget da 30 miliardi di dollari all'anno.
Quello degli elicotteri è uno dei settori di punta, con oltre cento mezzi operativi, civili e militari.
La strategia, puntando a nuovi ambiti di business, è di sviluppare tecnologie proprietarie per esportare in altri mercati dove Leonardo non è ancora presente.
La crescita di Leonardo potrà portare benefici anche agli stabilimenti a Nord Est.
Leonardo è presente nel Triveneto con circa 860 addetti, di cui oltre 520 in Veneto e più di 340 in Friuli-Venezia Giulia.
I siti chiave sono quelli di Tessera (Venezia), specializzato nei business di elicotteri e aeronautica, Ronchi Dei Legionari (Gorizia), dove vengono sviluppati principalmente velivoli senza pilota e sistemi di addestramento avanzati, e Pordenone, attiva nelle comunicazioni critiche a banda larga. —
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