L’ad di Ferretti Group: «Venezia è una sede ideale per la nautica e potrebbe diventare la regina del Mediterraneo Orientale»

“Venezia può prestarsi alla costruzione di navi e imbarcazioni da diporto. Ma soprattutto potrebbe diventare centro di rimessaggio per gli yacht nel periodo invernale. Oggi questa filiera è appannaggio quasi esclusivo della Costa Azzurra e di parte della costa del Tirreno. Non vedo perché con dei bacini di carenaggio adatti di cui dispone, non si potrebbe sviluppare il settore qui in laguna” spiega Alberto Galassi, ceo di Ferretti Group, leader mondiale nel settore degli yacht di lusso

Eugenio Pendolini

«Venezia può diventare il punto di riferimento di tutto il Mediterraneo Orientale». Parola di Alberto Galassi, ceo di Ferretti Group, leader mondiale nella costruzione e vendita di yacht di lusso. Ferretti sarà tra gli ospiti più attesi del Salone Nautico. Con sede legale a Forlì, il gruppo Ferretti possiede e gestisce sei cantieri navali dislocati in tutta Italia, che coniugano un'efficiente produzione industriale con un artigianato italiano di livello mondiale ed è in grado di raggiungere clienti in più di 70 Paesi nel mondo, grazie alla sua presenza diretta in Europa, Stati Uniti e Asia e alla sua rete di circa 60 concessionari. Nonostante la pandemia, il gruppo è in continua espansione: lo dimostrano le previsioni stimate dall'azienda di un +30% rispetto al 2020, chiuso con un valore di produzione di 639 milioni di euro. Il sodalizio tra Venezia e Ferretti è nato ormai tre anni fa, nel 2018, quando in occasione del 50° anniversario di Ferretti Yachts, storico brand del gruppo, la società scelse proprio Venezia per le celebrazioni dell'importante ricorrenza. Inoltre, Ferretti Group è stato tra i più convinti sostenitori del Salone sin dalla sua prima edizione.

Avvocato Galassi, come mai Ferretti ha deciso di rinnovare anche quest'anno il suo sostegno alla manifestazione veneziana?

«È un'occasione unica per tutto il mondo della nautica da diporto, oltre che per l'intero Mediterraneo orientale. In pratica non esistono saloni nautici dal Libano fino a Venezia, passando per la Turchia, Grecia, Croazia, Slovenia. C'è una buona metà del mar Mediterraneo che ha adesso la possibilità di avere un unico Salone Nautico. Siamo grati a Cannes, a Montecarlo per quanto fatto negli anni scorsi, ma con tutto il rispetto io scelgo Venezia, non ci penso un secondo. Venezia offre logistica, alberghi, trasporti, negozi, ristoranti, un'offerta culturale senza eguali. Ha tutto ciò che nessun'altra città di mare può offrire. Navigare fino a qui significa vistare un mondo».

Per la sua seconda edizione, il Salone ha pressoché raddoppiato la presenza di espositori e imbarcazioni ormeggiate all'Arsenale. Cosa significa per lei?

«C'è un legame indissolubile tra Venezia e nautica da diporto. È un'ottima iniziativa, quella del Comune, per rilanciare turismo nautico di pregio. Il Salone è un po' una boutique per vedere tutto ciò che la tecnologia italiana può offrire, così come la nostra arte navale. In un quadro in cui il settore, nonostante la pandemia, sta andando a gonfie vele, Venezia non poteva non avere un ruolo centrale. E tutto questo porta una ricaduta positiva per gli alberghi, con ospiti internazionali. Il che significherà un indotto positivo per tutta la città, come succede in altri contesti come Cannes e Montecarlo».

Al Salone presenterete il nuovo super yacht Ferretti 1000 di 30 metri.

«Abbiamo chiesto all'armatore europeo di presentare la barca a Venezia e ha detto sì. Non ce lo lascerà per lungo tempo. Con Venezia abbiamo debito di riconoscenza, qui abbiamo festeggiato i 50 anni del gruppo nel 2018. Presentare una barca qui significa dare lavoro a tante persone ferme in questo anno».

Qual è la rilevanza strategica di Venezia per industria nautica italiana?

«L'industria nautica italiana è in crescita. Noi da due anni stiamo cercando un cantiere per espandere la nostra capacità produttiva. Venezia può prestarsi alla costruzione di navi e imbarcazioni da diporto. Ma soprattutto potrebbe diventare centro di rimessaggio per gli yacht nel periodo invernale. Oggi questa filiera è appannaggio quasi esclusivo della Costa Azzurra e di parte della costa del Tirreno. Non vedo perché con dei bacini di carenaggio adatti di cui dispone, non si potrebbe sviluppare il settore qui in laguna. Questa è una delle cose su cui potrebbe investire la città. Parliamo di equipaggi da decine di persone che devono svernare, oltre che compiere lavori di manutenzioni. È comunque un indotto importante, in una città che offre molto più di altre. Non c'è un altro posto dove in un'ora vai a sciare sulle Dolomiti, per non parlare dei ristoranti e dei musei. –

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