La tecnologia ibrida Leitner: le funivie per le metropoli gli sparaneve per sanificare

Parla l'ad Anton Seeber del gruppo Hti, un miliardo di ricavi «Nel 2020 ci attendiamo un calo del 20 per cento ma non ci fermiamo»
L'ad di Leitner Anton Sebeer
L'ad di Leitner Anton Sebeer

BOLZANO. Oltre un miliardo di euro di fatturato nel 2019, 10 stabilimenti nel mondo, 3800 unità di personale e un business che sa trasformare le tecnologie alpine in risorse per la mobilità a tutte le latitudini. Hti è un colosso della meccanica classica di cui la Leitner di Vipiteno è capofila e che conta su 5 grandi aziende (oltre alla Leitner di Vipiteno anche la francese Poma, la Prinoth, la Demaclenko e la Leitwind) che hanno premesso al gruppo di posizionarsi da leader globale in specifici segmenti, quelli delle funivie, dei cannoni e dei gatti delle nevi ma anche delle pale eoliche e dei relativi motori. Un'evoluzione in cui la ricerca tecnologica ha avuto un ruolo strategico.

Santo Domingo, le funivie per le metropoli
Santo Domingo, le funivie per le metropoli

Per il presidente di Hti Anton Seeber l'azienda è un tutt'uno organico con il territorio e la divisione di R&D altro non è che una funzione naturale di crescita fisiologica, tanto più necessaria quanto più vasto ed in evoluzione è il contesto economico e sociale con cui il gruppo deve confrontarsi. Non a caso, nel solo 2019, Hti ha investito in Ricerca e Sviluppo 38,3 milioni di euro del proprio fatturato tenendo in piedi, a pochi chilometri dalla sede storica dell'azienda a Vipiteno, un polo tecnologico che occupa circa 100 ricercatori tra ingeneri matematici fisici e quant'altro.

La meccanica per i mezzi cingolati anche per terra
La meccanica per i mezzi cingolati anche per terra

Numeri che valgono tra il 3 e il 4% del valore della produzione dell'anno scorso e che rappresentano percentuali non troppo dissimili (circa il 2,6%) anche in relazione al numero complessivo dei dipendenti nel mondo (oltre 3800 l'anno scorso). In un contesto come questo neppure un 2020 difficile spaventa i vertici del gruppo. «Quest'anno le incertezze sono molte proprio a partire dalla stagione invernale 2020» ha detto Seeber «e temiamo una flessione del fatturato tra il 20 e il 30%. Una bella batosta che però non ferma i nostri progetti in giro per il mondo».

Lungi dall'essere un gruppo unicamente orientato alle tecnologie alpine, già da alcuni anni Leitner sta applicando alla mobilità urbana le sue funivie realizzando linee di trasporto pubblico su fune in alcune delle città più popolose del mondo. «Abbiamo lavorato con risultati eccellenti a Medellin e New York, in Cina, in India ad Hong Kong e così via ma pure a Città del Mexico dove stiamo realizzando una seconda linea di funivia a supporto della metro» continua il presidente di Leitner.

L'impianto sulle Cinque Torri a Cortina
L'impianto sulle Cinque Torri a Cortina

«Nel 2021 abbiamo progetti importanti a Tolosa, a Grenoble e a Cortina sulle Tofane ma costruiremo anche l'attraversamento funiviario più alto d'Europa a Zermatt sulle Alpi per citare solo alcune attività». E se è notizia di qualche tempo fa quella della presentazione del nuovo gatto delle nevi alimentato ad idrogeno della Prinoth (società del gruppo Hti) è l'interazione tra tecnologie differenti uno degli assi nella manica della strategica di sviluppo della società.

«Abbiamo investito nel settore eolico ideando un motore che ci serve anche per le funivie urbane» spiega Seeber «i nostri cannoni da neve sono stati usati con ottimo successo per la sanificazione delle strade durante il Covid, le nostre funivie sono una risposta sostenibile alle nuove esigenze di mobilità urbana mentre le nostre tecnologie del cingolo possono essere applicate alla neve come ad altri terreni».

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