La rotta globale di Labomar: «Ricerca e innovazione dal Nord Europa all’Asia»
Nel 2024 il fatturato è andato a 101 milioni, il 60% è garantito dai mercati esteri. Il fondatore e presidente del gruppo trevigiano Walter Bertin: «Crescita senza perdere l’identità»

«Abbiamo gettato le basi per i prossimi dieci anni». Parola di Walter Bertin, presidente della trevigiana Labomar, che sottolinea come dopo anni di crescita costante, la società con il quartier generale a Istrana abbia imboccato la strada dell’espansione internazionale su larga scala.
«È stato un anno di grande fermento», racconta l’imprenditore, «nel quale abbiamo definito strategie di sviluppo ambiziose». Con un fatturato di gruppo per il 60% generato all’estero, e che nel 2024 è stato di 101 milioni, Labomar ha iniziato a guardare oltre l’Europa, testando le potenzialità dei mercati asiatici.
Il gruppo veneto, specializzato nello sviluppo e produzione di integratori alimentari, dispositivi medici, alimenti a fini medici speciali e cosmetici per conto terzi, ha tracciato una rotta precisa: portare la qualità e la tecnologia del “made in Italy” nei Paesi a più alto tasso di crescita.

Dopo le fiere di Shanghai e Bangkok, Labomar ha messo a fuoco opportunità concrete in Cina e Sud-Est asiatico e a novembre volerà a Nuova Delhi. «Siamo partiti con micro stand, ma contano velocità e presenza, spiega Bertin, «e l’approccio diretto ci ha permesso di comprendere la mentalità dei mercati locali. Serve rapidità, ma anche la solidità che contraddistingue il nostro prodotto».
La strategia di internazionalizzazione passa anche attraverso un modello di business development, con team dedicati che analizzano le abitudini di consumo e le normative locali per ogni area geografica. «Abbiamo imparato che per avere successo fuori dall’Europa bisogna adattarsi, pur mantenendo la nostra identità», osserva Bertin.
Dal Canada agli Stati Uniti
Nel Nord America, Labomar sta potenziando la produzione in Canada, punto di partenza per l’espansione negli Stati Uniti e poi in futro verso Messsico e Sud America. Il gruppo ha scelto di focalizzarsi sui probiotici, segmento in cui l’Italia vanta una leadership tecnologica.
«Il nostro obiettivo è esportare un modello di qualità e sicurezza che non ha eguali», sottolinea Bertin, «gli standard produttivi americani non sono sempre elevati, e per noi questo è uno spazio da valorizzare».
L’azienda intende costruire un’offerta di prodotti ad alta specializzazione, con ambienti a contaminazione controllata e processi certificati. Il mercato statunitense rappresenta una delle scommesse più impegnative ma anche più redditizie per Labomar. L’ingresso, previsto attraverso la controllata canadese, sarà accompagnato da un rafforzamento dei canali distributivi e da partnership con operatori locali del settore healthcare. «Negli Stati Uniti il consumatore è più attento alle performance e meno al marchio», aggiunge Bertin, «questo per noi è un vantaggio: possiamo far parlare la qualità e la ricerca».

La spinta al Nord Europa
Tra i traguardi del 2025 spicca l’acquisizione della finlandese Pharmia, che apre al gruppo le porte del Nord Europa. L’operazione, conclusa in tempi record, rafforza la presenza in un’area considerata strategica, grazie a una rete consolidata in Finlandia e Svezia. «Pharmia produce compresse probiotiche di alta qualità», spiega Bertin, «e insieme abbiamo costruito subito un clima di collaborazione. Il management locale resta coinvolto nell’azionariato: una scelta che premia la continuità e l’entusiasmo».
L’integrazione con Pharmia è già in corso e prevede una condivisione del know-how tecnologico e una progressiva estensione del portafoglio prodotti. L’obiettivo è creare un polo nordico focalizzato su innovazione, ricerca applicata e produzione sostenibile, con un’offerta dedicata ai mercati scandinavi e baltici.
Spagna e Italia
Dopo il nuovo polo della logistica di Istrana (un investimento da 14,5 milioni), sul fronte europeo il gruppo sta completando un nuovo stabilimento da 5.000 metri quadrati in Spagna, dove confluiranno la produzione cosmetica e una parte degli integratori. A Orvieto, con la controllata Welcare, è in corso un ricambio manageriale e un piano di ampliamento con nuovi reparti produttivi, magazzino e uffici per un investimento complessivo di 4,5 milioni.
«Il 2026 sarà l’anno del consolidamento», afferma Bertin, «vogliamo rendere omogenei i processi e valorizzare le sinergie tra i vari stabilimenti». In Italia, Labomar continua a essere un polo di riferimento per il comparto nutraceutico e farmaceutico del Nord Est, con un modello di impresa che integra produzione, ricerca e sostenibilità. Il legame con il territorio rimane saldo: «Siamo cresciuti qui e continuiamo a investire qui, creando opportunità di lavoro qualificato e un ambiente tecnologicamente avanzato».
Tra i risultati più concreti figura l’inaugurazione del nuovo polo logistico con 7.000 posti pallet, celle refrigerate e un impianto fotovoltaico capace di coprire fino all’80% del fabbisogno energetico. È già in costruzione un secondo edificio di 4.000 metri quadrati dedicato a ricerca e industrializzazione, parte di un masterplan complessivo da oltre 45 milioni. Il progetto logistica segna un cambio di passo anche sul fronte ambientale: la razionalizzazione dei trasporti ha ridotto sensibilmente i chilometri percorsi dai camion che prima collegavano i magazzini esterni, tagliando costi e emissioni. —
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