Irsap punta al raddoppio con acquisizioni e digitale

Un fatturato 2022 a quota 170 milioni di euro, 1200 dipendenti e un piano industriale al 2027 che punta al raddoppio dei ricavi perseguendo una strategia che bilancia crescita organica, innovazione di prodotto e di processo e acquisizioni mirate nei principali mercati Ue.
È questa in sintesi la vicenda della rodigina Israp, uno dei maggiori player italiani nel settore del riscaldamento e del raffrescamento in Europa, che ha ottenuto ieri sera la menzione per il “Miglior passaggio generazionale” al il diciottesimo Premio Alberto Falck andato in scena durante il Convegno annuale di Aidaf – Italian Family Business, a Firenze.
Sebbene i dati di Israp siano più che interessanti, questo anche a prescindere da una previsione di ricavi in calo intorno ai 150 milioni di euro per la fine del 2023, la storia dell’azienda di Arquà Polesine, merita di essere raccontata anche per l’efficacia di un passaggio del testimone del comando che è tutt’ora in corso.
Proprio nel 2020 il poco più che trentenne Marco Rossi, figlio dell’Ad Fabrizio e nipote del fondatore e presidente Orazio Rossi, ottiene l’incarico di co-amministratore delegato dell’azienda di famiglia, dopo 4 anni di gavetta nelle varie divisioni aziendali.
Una cooptazione graduale, come le deleghe assegnate, via via più importanti fino a gestire, attualmente, tutta l’area di R&D, di sviluppo prodotto, di produzione e del marketing. Marco è un laureato in Bocconi, con triennale a Ca’Foscari a Venezia, un Mba in India e un passato come consulente in una delle grandi società che operano in Italia e nel mondo.
Ma non viene lasciato solo, anzi. Gli si affida la realizzazione, di concerto con il resto della famiglia, di un piano industriale ambizioso. «Si è trattato di una sfida non da poco» spiega l’attuale co-Ad di Irsap «abbiamo valutato, anche grazie alla consulenza di alcuni esperti esterni, tutti i fattori di forza e di debolezza dell’azienda. Abbiamo definito delle direttrici di sviluppo: 6 quelle individuate che vanno dalla crescita all’attenzione alle persone passando per l’efficienza, l’innovazione, il design, l’attenzione al cliente e la sostenibilità. Abbiamo definito le strategie e fatto i conti con le nostre risorse, individuando obiettivi ambiziosi ma concreti. Un piano che ho contribuito a sviluppare e che ora sto seguendo in prima persona, con tutto il portato di entusiasmo e responsabilità che ciò comporta per una realtà che è un punto di riferimento del territorio, tanto più in un’area difficile come il Polesine».
E Irsap che attualmente deve circa il 45% del proprio fatturato alle esportazioni, principalmente in Europa (conta già su un sito produttivo dislocato nel Nordest della Romania a Cluj Napoca), si prepara a gradi progetti.
«Stiamo lavorando sulla digitalizzazione dei processi e all’integrazione tra rete commerciale e produzione» spiega Rossi «ma anche sull’automazione della produzione anche in vista di crescenti difficoltà di reperimento del personale. Ma possiamo contare anche su cassa per circa 40 milioni di euro e ci stiamo guardando intorno per acquisizioni strategiche in Europa, con un occhio all’est, nei settori della ventilazione meccanica, della climatizzazione e della domotica. Questo per integrare i nostri prodotti storici nel percorso di evoluzione tecnologica del settore in cui operiamo. Ma raddoppiare il proprio fatturato in poco più di 4 anni non è banale e prevediamo di farlo solo per metà circa grazie alla crescita organica. Per questo, in una seconda fase, stiamo ragionando anche di un’eventuale quotazione».
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