Illy, il primo caffè dall’agricoltura rigenerativa prodotto in Brasile

Una tecnica agricola che riduce le emissioni di carbonio:

Ceo Scocchia: «Così combattiamo i cambiamenti climatici»

Piercarlo Fiumanò

«Illycaffè ha da sempre nel dna questo desiderio di creare valore e distribuirlo per tutta la catena, dai coltivatori agli agronomi a tutta la comunità in cui lavoriamo», così l’ad di illycaffè Cristina Scocchia ha spiegato più volte la spinta azienda con l’indirizzo etico che viene dato ai coltivatori nell’uso di tecniche agricole che si ispirano all’agricoltura rigenerativa, un metodo ormai entrato nel dna della società presieduta da Andrea Illy che, assieme all’economista Jeffrey Sachs, ha lanciato una fondazione per l’economia sostenibile. Il mondo del caffè ha di fronte una sfida epocale: «Nel giro di pochi decenni, fino al 50 per cento dei terreni destinati all'agricoltura del caffè potrebbe non essere più idoneo alla coltivazione, mentre oltre l'ottanta per cento delle emissioni di carbonio nella catena del valore del caffè provengono dall'agricoltura», ha sottolineato Andrea Illy che da tempo si batte per un cambio di paradigma: «L’agricoltura rigenerativa permette di nutrire in modo corretto le piante diminuendo quindi le emissioni di CO2 e migliorando la salute dell’ecosistema».

E i primi risultati di questa svolta arrivano dal mondo illycaffè. Proviene dalla regione del Cerrado Mineiro, dove l’azienda triestina lavora da oltre trent’anni con i produttori locali, il primo caffè denominato Arabica Selection Brasile coltivato applicando le migliori pratiche rigenerative certificate.

«L’Arabica Selection Brasile Cerrado Mineiro è il frutto della relazione che abbiamo costruito negli anni con i produttori di caffè e con la Federazione dei Produttori del Cerrado Mineiro, con i quali abbiamo condiviso l’urgenza di trovare una soluzione agli effetti del cambio climatico - commenta l’ad di illycaffè Cristina Scocchia– Consapevoli che questa sfida si può vincere solo unendo le forze abbiamo identificato le migliori tecniche di adattamento, mitigazione e rigenerazione dell’ecosistema, producendo il primo caffè Arabica proveniente per il 100% da agricoltura rigenerativa certificata regenagri®».

Per Andrea Illy aumentare la biodiversità significa creare coltivazioni particolarmente resistenti ai cambiamenti climatici, dalle alluvioni al caldo eccessivo.

Ma con quali strumenti anche finanziari arrivare a questo obiettivo? All’ultimo summit di Davos il presidente dell’azienda triestina ha lanciato alla comunità finanziaria la proposta di istituire un fondo per finanziare con risorse dei Paesi Ocse gli investimenti nei Paesi produttori di caffè (una quarantina) «per permettere l’adattamento delle piantagioni al cambiamento climatico e migliorando le pratiche agronomiche anche creando riserve naturali per migliorare il micro–clima».

Nel progetto anche l’utilizzo di strumenti come il microcredito per i piccoli produttori. Scongiurare l’estinzione delle superfici coltivate a causa dei cambiamenti climatici significa investire nella ricerca con un approccio di risk management per mobilitare la finanza internazionale, una collaborazione pubblico-privata e trasparenza nell'utilizzo dei big data per valutare i rischi.

Uno studio di Jeffrey Sachs, l’economista della Columbia University ed esperto di sviluppo sostenibile che con Andrea Illy presiede la Regenerative Society Foundation, dimostra che a causa del cambiamento climatico fino al 50% delle regioni coltivatrici di caffè non sarebbero più capaci di produrre già entro il 2050: «Le piante di caffè crescono solo in condizioni ottimali. A lungo termine, è probabile che assisteremo a un cambiamento delle aree geografiche destinate a coltivazione, il che porterà a migrazioni e turbolenze socioeconomiche».

Oggi oltre l'80 per cento delle emissioni di carbonio nella catena di valore del caffè provengono dall'agricoltura, e non c'è letteralmente più spazio per aumentare i suoli coltivati: «Già la metà dei terreni abitabili sono utilizzati in agricoltura e non si può disboscare più. Dal canto suo, il caffè è confinato in una piccola area globale: due milioni di ettari». Jeffrey Sachs non si stanca di ripetere che «parte della soluzione è l'agricoltura rigenerativa: arricchire il suolo di carbonio organico nutre il microbiota del suolo, migliorando la capacità di fissare i minerali, produrre difese naturali e trattenere l'acqua».

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