Il terziario resiste alla frenata del ciclo: «Pronti a cogliere i segnali di ripresa»
Indice dei ricavi in calo, rincari scaricati solo in parte sui clienti

I segnali di (moderato) ottimismo superano i motivi di preoccupazione. Il settore terziario in Friuli Venezia Giulia sta affrontando il rallentamento del ciclo economico con una capacità di adattamento probabilmente superiore alle aspettative e questo pone le basi per intercettare la ripresa non appena si scorgeranno i primi segnali in tal senso dal contesto internazionale.
Si possono sintetizzare così i risultati che emergono dall’Osservatorio curato per Confcommercio Fvg da Format Research, un’analisi periodica che aiuta a leggere l’evoluzione di un settore che è cruciale per l’economia regionale e destinato ad assumere un peso via via crescente man mano che si completerà la transizione digitale.
L’indagine trimestrale è basata su un campione statisticamente rappresentativo dell’universo delle imprese del terziario della regione, con il coinvolgimento di 1.536 realtà. I risultati sono presentati sia a livello regionale, sia segmentati analiticamente per provincia: Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine. Venendo ai numeri, alla fine del secondo trimestre il saldo tra le imprese del terziario create (460) e quelle cessate (472) in Friuli Venezia Giulia si presenta sensibilmente proporzionalmente dieci migliore rispetto al dato nazionale.
A questo proposito va ricordato che tra aprile e giugno il Pil italiano è sceso dello 0,4% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, a evidenziare un brusco stop dopo un periodo di crescita partito subito dopo la crisi Covid. Per altro, se si guarda ad alcuni dati anticipatori come gli ordinativi dell’industria e la dinamica dei consumi, emerge chiaramente come anche il trimestre in corso non sia destinato a essere ricordato come tra i più brillanti.
«Dalla ricerca appare del tutto evidente la maggiore capacità di resilienza delle imprese del terziario Fvg rispetto al resto del Paese», sottolinea Pierluigi Ascani, direttore scientifico della società di ricerca. «Considerazioni che non permettono di sedere sugli allori, considerate le tante incognite presenti nel contesto economico, ma quanto meno consentono di rilevare buoni fondamentali nell’economia locale. Il che costituisce il migliore viatico per intercettare la riprese internazionale appena emergeranno i primi segnali in questa direzione».
Considerazioni che trovano conferma nelle analisi dei presidenti di Confcommercio Gorizia (Gianluca Madriz), Pordenone (Fabio Pillon) e Trieste (Antonio Paoletti), i quali rivendicano congiuntamente «la miglior situazione sul territorio quanto a Pil e consumi. E non c’è dubbio che il terziario continuerà a trainare l’economia regionale», sottolineano. Considerazioni dettate anche da un moderato ottimismo sugli sviluppi congiunturali, con la fase più acuta del rallentamento che potrebbe essere alle spalle, o quanto meno vicina, per lasciare spazio a un finale di 2023 più sereno.
L’indagine evidenza il miglioramento della fiducia delle imprese regionali nell’andamento della propria attività economica, con i primi risultati che dovrebbero essere evidenti nel momento in cui verranno diffusi i dati sull’ultimo scorcio della stagione estiva. Persino sul fronte turistico, che in varie parti d’Italia ha dato qualche segnale di stanchezza, soprattutto per via del caro-prezzi, a queste latitudini continua a correre.
Non solo luci. La ricerca si sofferma anche sulle debolezze di sistema. In particolare, l’indice dei ricavi scende da quota 53 nel primo trimestre a 45 nel secondo quarto dell’anno.
Una dinamica che gli autori dello studio spiegano con il fatto che le imprese del terziario stanno scaricando sui consumatori solo in parte l’aumento dei prezzi. Rimane poi critica la situazione dei prezzi praticati dai fornitori alle imprese del terziario. Negli ultimi dodici mesi non solo è aumentato il prezzo delle bollette, ma anche quello delle materie prime, dei trasporti e della logistica, con la situazione che diventa sempre più difficile da sostenere.
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