Il Consorzio Vog, ecco come la mela Marlene ha affrontato la pandemia

BOLZANO. Un nuovo modo di vivere l'attività, con maggiore flessibilità e adattamento al momento segnato dall'emergenza sanitaria mondiale. Così il Consorzio Vog, realtà formata da 12 cooperative (più quella dedicata al biologico) che è tra i leader internazionali nella produzione di mele, ha deciso di affrontare il mercato dopo l'arrivo su scala globale della pandemia.
Oggi, l'impresa con sede a Terlano, in provincia di Bolzano, coltiva 10.700 ettari fra Merano, Bolzano, Bressanone e le zone della Bassa Atesina. Il fatturato si attesta sui 486 milioni di euro. Il coronavirus ha avuto un impatto rilevante sulle strategie aziendali.
«La pandemia - racconta Walter Pardatscher, direttore generale del Consorzio Vog - ci ha costretto a riorganizzare in tempi brevi i nostri processi di lavoro. Dopo aver messo in sicurezza tutti i dipendenti, seguendo scrupolosamente le norme adottate dal governo per il contenimento del contagio, abbiamo immediatamente organizzato i nostri reparti per andare incontro alla super domanda che proveniva da parte delle insegne della grande distribuzione di un po’ tutta l’Europa, superando le difficoltà logistiche. Il lockdown ci ha imposto di essere molto flessibili e rivedere in breve tempo i piani per cercare di soddisfare tutti i clienti».

Il 2020 doveva essere un anno di grande festa per il Consorzio, che festeggia i suoi 75 anni di fondazione. Si è rivelato, però, soprattutto foriero di nuove sfide, senza dimenticare il passato: «Abbiamo utilizzato il claim “Noi siamo Marlene” anche durante il lockdown, per sottolineare come dai meleti fino al consumatore finale la collaborazione tra tutti gli anelli della nostra filiera abbia rappresentato, e lo fa tuttora, un valore aggiunto fondamentale per diffondere i nostri valori».
Il marchio Marlene, peraltro, compie 25 anni e continua a costituire la luce guida dell'attività, identificando con forza la mela dell'Alto Adige. Nonostante il Covid, la voglia di espandersi del Consorzio non si è fermata. L'export copre il 63% del fatturato e sono 60 i Paesi nel mondo raggiunti dalle mele di Vog.
«Quest’anno - precisa il direttore generale - abbiamo portato per la prima volta le mele italiane in Vietnam con le nostre Pink Lady, un paese dal quale ci aspettiamo molto. Cresce l’export anche per il nostro brand di riferimento Marlene, con il quale siamo arrivati anche negli Emirati Arabi, in Thailandia e Qatar».
La raccolta del 2020 è stimata in 510.000 tonnellate, il 3% in meno rispetto al 2019. A disposizione ci sono calibri più grandi, un valore aggiunto soprattutto nei mercati che preferiscono pezzature di maggiori dimensioni, come l'Italia e la Spagna. «Abbiamo prodotto inoltre il 40% in più di mele biologiche, in linea con il nostro programma di implementazione delle superfici certificate biologiche - aggiunge Pardatscher -. Stiamo puntando molto sulle nuove mele Club, come Kanzi, yello e envy, sempre più apprezzate dai consumatori sia italiani sia esteri, perché vanno incontro alle differenti richieste di utilizzo e di gusto».
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