Il Consorzio Friuli Energia compie 25 anni: «Abbassare i costi»
Il Consorzio rilancia l’allarme sulle tariffe. Pozzo: «In crescita il gap con la Germania»

È attivo dal 2000, ma per il Consorzio Friuli Energia 25 anni hanno lasciato irrisolti molti dei problemi che avevano portato Confindustria Udine a promuoverne la costituzione. Ecco perché il 25°, celebrato ieri alla presenza dei fondatori, dell’attuale presidente Marco Bruseschi, dell’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini e con i saluti (da remoto) del viceministro dell’Ambiente Vannia Gava, è stato più l’occasione per riaprire i cahiers de doléances, che per festeggiare.
Se 25 anni fa la scommessa era sulla mano invisibile del mercato, che a suon di liberalizzazioni avrebbe contribuito ad abbattere i prezzi e lo spread energetico a danno dell’Italia, il mercato libero ha lasciato irrisolto il problema. «Con 108 euro a Mw del 2024» sottolinea il presidente di Confindustria Udine Luigino Pozzo «l’Italia registra valori ben superiori a Francia (58 euro), Spagna (63 euro) e Germania (78 euro), e il gap è in crescita».
Le cause? L’incidenza del gas naturale, che pesa per il 40% nel mix energetico e fa il prezzo, ma anche gli oneri aggiuntivi e la componente trasporto. Le soluzioni, oltre che alle rinnovabili e al nucleare di quarta generazione, guardano al cambio di rotta dell’Ue, sancito dal Clean Industrial Deal firmato von der Leyen.
«L’auspicio» dichiara il presidente del Cfe Marco Bruseschi «è che già quest’anno si possa vedere qualche cambiamento oltre ai primi interventi finanziari già introdotti, come i 100 miliardi annunciati dall’Ue per sviluppare l’industria pulita e le rinnovabili».
Già, le rinnovabili. Anche quelle in Italia costano di più e tra i nodi c’è quello delle condizioni di gara garantite ai gestori del fotovoltaico, come segnala il presidente del Coordinamento Consorzi Energia Daniele Bianchi: «Le Regioni guardano solo ai canoni e si curano poco del costo finale dell’energia, nonostante ai concessionari restino in mano margini da record». Ecco perché gli industriali spingono per il modello Umbria, dove la Regione ha appena annunciato gare a condizioni che garantiranno sconti alle aziende energivore. E se il viceministro Gava promette soluzioni capaci di «integrare decarbonizzazione e competitività», sulle scelte del Governo c’è quantomeno scetticismo, dal rinnovo senza gara le concessioni ventennali delle reti all’assenza di una capacità di contrattazione con l’Ue.
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