Il bilancio di sostenibilità delle Pmi: le quindici apripista di Confapi Fvg

L’esperienza delle imprese che hanno scritto il report con l’Università di Udine. Il presidente di Confapi Fvg, Massimo Paniccia: «Direzione chiara»

Riccardo De Toma

 

Non per obbligo ma per scelta. È la filosofia che ha portato 15 Pmi aderenti a Confapi Fvg a realizzare il loro primo bilancio di sostenibilità, in netto anticipo rispetto alle normative Ue. Normative che peraltro, in base alle modifiche introdotte dal cosiddetto “pacchetto omnibus” di inizio anno di Bruxelles, prevedono l’obbligo solo a partire dal 2028 e per le imprese con almeno 1.000 dipendenti.

Il percorso avviato da Confapi e portato a termine da 15 imprese (Arca, Avant Costruzioni, Catas, Fau Trasporti, Ferri Auto, Foxwin, Friulmac, Fvg Energia, Pelfa Group, Pevere trasporti e spedizioni, Pratika, Pre System, Scatolificio Udinese, Sina, Solari) era stato lanciato a fine 2024 nell’ambito di un progetto di collaborazione con il Dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell’Università di Udine riguardante i temi della sostenibilità e con il sostegno di un bando della Regione Fvg (Direzione centrale attività produttive e turismo), finanziato con 150 mila euro.

«Il futuro va in questa direzione: far rientrare la propria impresa in un ambito di sostenibilità»: a dichiararlo il presidente di Confapi Fvg Massimo Paniccia, ieri sera a Udine in occasione dell’evento conclusivo del progetto, presenti anche i docenti Stefania Troiano, Luca Brusati e Viviana Capurso per l’università di Udine, i dirigenti regionali Lucio Penso e Massimo Giordano, Franco Baritussio e Pier Mauro Zanin, presidente e direttore di Energia Fvg, Marco Mancin di Friul Mac .

«L’allora presidente dell’Onu Kofi Annan – ha detto ancora Paniccia – era stato tra i primi a indicarci l’importanza degli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di trasparenza della governance: era il 2004, quando i livelli del Pil mondiale erano circa un terzo di quello attuale, ma iniziava ad emergere la consapevolezza che l’utilizzo delle risorse non poteva procedere in modo indiscriminato. La strada da fare è ancora tanta, ma incominciamo a capire che nei bilanci non conta soltanto l’ultima riga, se il risultato finale è in bianco o in rosso, ma anche i rapporti con i collaboratori, con i fornitori, con la comunità, con l’ambiente».

A coordinare il progetto è stato il professor Luca Brusati, con Viviana Capurso e un gruppo di sei laureandi del Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, che hanno accompagnato le imprese passo dopo passo nella realizzazione dei bilanci. «Abbiamo lavorato – ha spiegato Brusati – per sviluppare competenze diffuse all’interno delle aziende: la logica è quella di formare capacità, dando concretezza all’obiettivo statutario di questa università di essere un supporto al sistema economico e sociale della regione».

Competenze, quelle create dal progetto, utili al sistema del Pmi anche per rapportarsi con quelle grandi imprese che rientreranno invece negli obblighi di rendicontazione di sostenibilità e chiederanno anche ai fornitori un salto di qualità su questo terreno.

«Anche se al momento l’obbligo riguarda solo le grandi imprese – si legge in una nota di Confapi Fvg – è importante che anche le piccole e medie realtà si confrontino con questi temi, sia perché possono rappresentare un vantaggio competitivo importante, sia perché l’adozione delle misure legate alla sostenibilità migliora la redditività. Non deve essere inoltre trascurata la premialità riconosciuta nell’ambito del merito creditizio e nelle partecipazioni a gare di appalto».

Il percorso, per Confapi, non finisce qui: dal progetto è nato uno sportello attivo a beneficio di tutte le associate interessate a valutare un avvicinamento ai temi della sostenibilità.

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