Electrolux, salta l’accordo sul lavoro. A Porcia è stallo sul recupero dei volumi
Le maestranze bocciano l’ipotesi d’intesa sull’organizzazione, che contemplava cinque sabati da sei ore, di cui uno iol 10 gennaio, per evadere i nuovi ordini di lavatrici e recuperare il calo

Nessun accordo tra Electrolux e sindacati sulla modalità di organizzazione del lavoro per recuperare i volumi persi durante l’anno ed evadere i nuovi ordini di lavatrici nello stabilimento di Porcia: i lavoratori hanno insistito sulla necessità di operare a turno - soluzione che l’azienda non intende adottare - e, in assemblea, hanno bocciato l’ipotesi di intesa che Rsu e multinazionale avevano trovato.
Per ora, quindi, è muro contro muro: l’auspicio dei sindacalisti di Fim, Fiom e Uilm è che Electrolux riconvochi al più presto le Rsu e si riesca a stringere un’intesa che possa soddisfare entrambe le parti e porti alla realizzazione dei volumi, evitando il rischio che vadano persi. Che le maestranze insistano sui turni non è una novità: già nei giorni scorsi si erano espressi in questo senso, ma dall’impresa era arrivato il “no”, in quanto le commesse, a detta della multinazionale, non sarebbero sufficienti per giustificare l’adozione di questo nastro orario.
La proposta iniziale di Electrolux era lavorare a giornata, facendo sette sabati di straordinari a otto ore. Nell’incontro di martedì scorso, quest’ultima istanza è stata bocciata, da qui il nuovo confronto di ieri, in cui una quadra era stata trovata da Rsu e azienda, respinta però dai lavoratori in assemblea sindacale. L’ipotesi di intesa contemplava cinque sabati da sei ore, di cui uno da effettuare il 10 gennaio, chiusura collettiva per le vacanze natalizie dal 24 dicembre al 6 gennaio 2026 e 15 assunzioni a tempo determinato. Ma le maestranze non hanno dato mandato alle Rsu per proseguire la trattativa e siglare quindi un accordo con questi contenuti.
I sindacalisti Simonetta Chiarotto (Fiom), Gianni Piccinin (Fim) e Roberto Zaami (Uilm) hanno espresso preoccupazione per la situazione che si è creata e auspicano un intervento celere di Electrolux. «Noi siamo a favore dell’individuazione di una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti e le esigenze produttive, ovvero la realizzazione dei volumi nuovi e vecchi, che hanno portato all’aumento del budget da 712 mila a 722 mila lavatrici, senza correre il rischio che finiscano in mano a competitor - hanno dichiarato -. Non possiamo permetterci di perdere questa opportunità: dall’azienda ci aspettiamo un tentativo di ulteriore confronto con le Rsu per rimuovere quegli elementi ostativi che non hanno, a oggi, consentito di sottoscrivere un accordo. Riteniamo indispensabile che questa situazione abbia un esito positivo e che Electrolux non proceda con iniziative unilaterali, ma riapra il tavolo della discussione».
Chiarotto, Piccinin e Zaami comprendono le istanze dei lavoratori, ma al contempo ritengono importante trovare un punto d’incontro tra le parti. «Capiamo le esigenze produttive di Electrolux e comprendiamo anche la posizione dei lavoratori che, storicamente, sono abituati a lavorare a turno e preferirebbero questa organizzazione oraria perché meglio si sposa con le esigenze di vita rispetto a operare a giornata, come stanno facendo da qualche mese - hanno aggiunto i sindacalisti -. Ci dispiace che le maestranze non abbiano dato mandato alle Rsu per proseguire nella trattativa con la multinazionale e ci teniamo a sottolineare l’importante lavoro che queste ultime hanno fatto per trovare un’ipotesi di intesa. Ora è necessaria una nuova riflessione, che dovrà essere però rapida».
Un altro aspetto rimesso in evidenza dai sindacalisti riguarda i problemi organizzativi, che causano perdita di volumi e devono essere risolti anche in relazione all’evasione dei nuovi ordini: spesso si registrano guasti nelle linee dell’alto di gamma, che usufruiscono di robot che, quando si inceppano o presentano criticità, sono difficili da sistemare in tempi brevi.
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