Il 56% del latte veneto diventa formaggio Dop: quattro milioni di forme
I dati illustrati a Caseus: filiera da un miliardo di euro. Asiago e Grana Padano in testa. Confartigianato: ammonta a 3 miliardi in sei mesi l’export agroalimentare della regione

Il settore lattiero-caseario veneto conferma la propria forza e capacità di crescita: una filiera che vale oltre un miliardo di euro, trainata da qualità, innovazione e sostenibilità.
A margine di Caseus la grande rassegna dedicata ai formaggi italiani e internazionali in corso questo fine settimana a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta, i dati diffusi da associazioni e istituzioni fotografano uno dei comparti più dinamici dell’agroalimentare regionale.
Il 56% del latte prodotto in Veneto viene trasformato in formaggi Dop, con quasi quattro milioni di forme realizzate nel 2024. In testa l’Asiago, con 1.422.569 forme, seguito da Grana Padano (830.632), Casatella Trevigiana (478.383), Piave (336.589), Montasio (334.800), Provolone Valpadana (437.118) e Monte Veronese (104.845).
Un sistema produttivo che, pur mantenendo forti radici locali, si distingue sempre più anche sui mercati esteri, simbolo di un’agricoltura capace di coniugare tradizione e competitività. Proprio Caseus, giunto alla 21ª edizione, celebra questo rilancio con numeri da record: oltre 460 formaggi in concorso, cento appuntamenti tra degustazioni, masterclass e convegni e decine di migliaia di visitatori.
A inaugurare la manifestazione, il presidente del Veneto Luca Zaia, che ha ribadito il ruolo strategico del settore: «Siamo la terra delle sette Dop e di produttori straordinari. L’agricoltura veneta cresce a doppia cifra, trainata dai giovani e da una visione che tiene insieme qualità e sostenibilità».
Un segnale forte arriva proprio dalle nuove generazioni. Il Veneto è la prima regione del Nord e la quarta in Italia per numero di imprese agricole under 35: 3.601 aziende su un totale di 61.582. Giovani che vedono l’agricoltura come opportunità e innovazione, non come ritorno al passato.
Secondo il rapporto della Fondazione Divulga la provincia con più giovani agricoltori è Verona (863 imprese, +2,9%), seguita da Treviso (854), Padova (543), Vicenza (463), Rovigo (423), Venezia (271) e Belluno (184). Numeri che confermano come il futuro del comparto passi per il ricambio generazionale e la digitalizzazione, elementi chiave per rendere sostenibile la filiera.
Accanto alla dimensione economica, Caseus mantiene anche la sua anima solidale: le forme in concorso vengono messe in vendita con il ricavato destinato a finalità sociali. Tra gli appuntamenti più gettonati, gli show cooking dei cuochi contadini di Campagna Amica con il piatto simbolo delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Numeri, passione e futuro: il latte e il formaggio tornano protagonisti di un Veneto che guarda avanti, puntando su innovazione, sostenibilità e radici. Una filiera che cresce e continua a raccontare al mondo il gusto e la qualità del made in Veneto.
Intanto, sempre nel corso della manifestazione, è stata presentata una ricerca realizzata da Gian Paolo Lazzer, sociologo partner di Strategy Innovation, per Confartigianato Imprese Veneto. Il Veneto del cibo artigiano cresce all’estero e cambia pelle: dal boom dei “senza” ai nuovi sapori che sostituiscono la carne, l’alimentazione evolve tra emozioni, leggerezza e rispetto per l’ambiente, sostenibilità e delivery ridisegnano il settore. Sono questi i principali macro-trend globali evidenziati dal report.
Accanto allo studio dei trend Confartigianato ha portato in dote 300 questionari per fotografare la percezione del comparto artigiano dell’alimentare rispetto alle traiettorie del futuro. I numeri sono confortanti: l’export dell’alimentare regionale ha toccato quasi 3 miliardi di euro nel primo semestre 2025, segnando un incremento del +11,6% rispetto al primo semestre 2024 e del +8,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Un risultato che testimonia la forza e l’identità di un comparto che, pur tra dazi, crisi globali e trasformazioni del mercato, continua a innovare e generare valore. Se la fiducia del comparto resta alta (il 78,1% degli artigiani intervistati ritiene che il proprio settore sia “abbastanza” o “molto in salute”), a cambiare in maniera rilevante sono gli scenari di consumo trainati dal social media: l’80% degli utenti italiani di Tik Tok dichiara di essersi lasciato ispirare ad acquistare a provare qualcosa di nuovo dopo aver navigato. I social media giocano un ruolo chiave nel diffondere un ideale di bellezza e salute, spingendo molti consumatori a investire tempo e risorse per avvicinarsi a questo modello.
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