La San Marco punta ai nuovi mercati. Il piano di ripartenza dopo il calo dei ricavi
Il fatturato dell’azienda per macchine da caffè sceso a 15,8 milioni. Il dg Nocera: «Richieste da Usa e Cina». In arrivo i modelli La125

Dopo un anno difficile, La San Marco è decisa a ripartire e punta su nuovi mercati e nuove macchine. Il passaggio di proprietà dal gruppo Massimo Zanetti Beverage (Segafredo) alla multinazionale francese Groupe Seb, compiuto a febbraio del 2023, non è stato indolore per la storica azienda di Gradisca d’Isonzo specializzata in macchine per l'espresso e macina caffè.
Venute meno le sinergie di gruppo di cui aveva goduto per quasi 50 anni, la società ha chiuso il 2024 con 15,8 milioni di ricavi, in calo rispetto ai 19,2 milioni del 2023. Il valore della produzione è sceso da 21,3 milioni a 14,6 milioni, oltre 6 milioni in meno. Quasi azzerato l’utile: l’ultima riga del bilancio segna appena 29.173 euro, a fronte dei 2,3 milioni dell’anno precedente. Per una sessantina di dipendenti, sui 90 complessivi, proseguirà ancora fino alla fine del 2025 il contratto di solidarietà.
«Il calo di fatturato è riconducibile principalmente alla fase di integrazione all’interno del Gruppo Seb, che ha richiesto un importante impegno di risorse e una ridefinizione delle priorità operative. Si è trattato di un anno di transizione e consolidamento, non di contrazione strutturale», assicura Roberto Nocera, direttore generale de La San Marco, convinto che l’ingresso nel gruppo francese stia già aprendo nuove prospettive per il marchio nato a Udine nel 1920. «Abbiamo avuto accesso a una potenza industriale e commerciale che ci permetterà di espandere la nostra presenza all’estero in modo più rapido e strutturato. Il nostro obiettivo è crescere sui mercati internazionali mantenendo intatto il Dna italiano».
La San Marco è oggi parte della Seb Pro Beverage, divisione che raggruppa le imprese del professionale acquisite dalla multinazionale da 8,6 miliardi di fatturato nel 2024. Accanto all’azienda di Gradisca, nomi noti come la svizzera Schaerer, la francese Curtis e la spagnola Zummo. Nei primi sei mesi del 2025 le vendite del gruppo nel settore professional sono state pari a 496 milioni di euro.
«Con l’ingresso in Seb il nostro impegno prioritario è stato quello di strutturarci per dialogare con le aziende del gruppo e ottenere benefici da questo dialogo. Abbiamo investito nel futuro più che nell’immediato», prosegue Nocera, convinto che servirà anche nuovo personale per riparametrare la squadra. A pesare sull’andamento della società anche le difficoltà vissute dall’intera filiera del caffè: la speculazione in Borsa, la variabilità climatica, la riduzione dei raccolti e la contestuale crescita della domanda in Asia.
E proprio su questi nuovi mercati è decisa a puntare La San Marco per rilanciare la crescita. «Abbiamo già preventivi e richieste da Stati Uniti, Turchia, Cina, dove stiamo vendendo le macchine di maggior pregio». Nell’ultimo mese sono partite alla volta di Dubai e di Pechino due V6 con caldaia placcata in oro. «Due Bugatti», le definisce il direttore generale, visto che si tratta delle macchine a leva più costose al mondo – sei gruppi leva Class, carrozzeria in acciaio inox, telaio monoblocco – ma anche «due ventate di ossigeno e di ottimismo».
Tra meno di due settimane poi, a Host Milano, verrà svelata la nuova collezione La125, erede naturale della iconica La100. «Oggi la riproponiamo con un design completamente rinnovato e tecnologie aggiornate pensate per ridurre i consumi senza compromessi sulla qualità», spiega il manager. Grazie agli algoritmi messi a punto da La San Marco e alle barriere termiche presenti all’interno della macchina, i modelli della collezione consumano il 30% in meno delle macchine del passato. «È un ponte tra passato e futuro, con cui vogliamo celebrare la nostra storia con uno sguardo all’innovazione. Mi auguro che i baristi, ultimi tedofori della filiera del caffè e veri motori della crescita del settore, sapranno apprezzarla».
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